Il decreto Ristori è stato approvato da poco, ma ha già qualcosa che non va: secondo quanto riportato da Confartigianato, è emerso che sarebbero esclusi dai contributi le pizzerie da asporto, le rosticcerie e tutta la filiera dell’agroalimentare.
Il decreto Ristori che è stato approvato in settimana prevede un contributo a fondo perduto per le imprese con uno dei 53 codici individuati, tra cui risultano ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie e catering, taxi e ncc, palestre ed eventi.
Una notizia abbastanza gradita per chi ha avuto difficoltà in questo periodo di chiusure e in più le imprese che avevano già presentato la domanda per il contributo previsto nel decreto Rilancio, non dovranno fare alcuna richiesta e beneficeranno del nuovo ristoro attraverso l’accredito sul conto corrente, da parte dell’Agenzia delle entrate, entro il 15 novembre.
Per chi farà la domanda per la prima volta (per esempio le imprese con un volume d’affari sopra i 5 milioni di euro, escluse dal precedente decreto) i tempi slitteranno al 15 dicembre e il criterio sarà lo stesso: il fatturato dell’aprile 2020 dovrà essere inferiore del 66% di quello di aprile 2019. L’importo sarà erogato sulla base del fatturato 2019 e del coefficiente attribuito alle singole categorie: si stima un contributo tra i mille e i 150 mila euro.
Ma è merito della Confartigianato l’amara sorpresa: hanno difatti notato (e attaccato il Governo per questo) che sarebbero rimasti fuori dai 53 codici le pizzerie e rosticcerie da asporto, oltre alla produzione di gelati, alla pasticceria fresca e a tutta la filiera dell’agroalimentare.
La Confartigianato si è dichiarata molto preoccupata per l’ingiusta esclusione di diverse categorie produttive dal cosiddetto decreto Ristori e hanno subito richiesto al Governo di estendere il provvedimento ad altre tipologie di imprese, per evitare che numerosi commercianti, artigiani e piccoli imprenditori finiscano sul lastrico.
[ Fonte: la Repubblica ]