Sono già stati erogati i primi bonifici del Decreto Ristori bis, ma secondo la Fipe i soldi stanziati dal Governo non basteranno per sostenere in modo efficace tutto il settore. Hanno calcolato che occorrerebbero 2,4 miliardi.
Per quanto sia stata apprezzata la prontezza con cui sono stati mantenuti gli accordi e sono stati evasi i primi accrediti, la Fipe-Confcommercio ha voluto far notare che anche se è stato revisionato il Decreto Ristori, pure la sua versione “bis” non sarà sufficiente a sanare un settore già profondamente in crisi.
Gli sforzi del Governo, dunque, non riuscirebbero a coprire i costi sostenuti dalle aziende per i mesi di lockdown e il mese di Novembre, che ammonterebbero a 2,4 miliardi contro i 1,6 miliardi di euro stanziati a oggi, dal DL Rilancio e dai DL Ristori e Ristori bis messi insieme, escludendo gli interventi sugli ammortizzatori sociali.
“Purtroppo con l’accentuarsi della seconda ondata epidemiologica, le risorse stanziate dal decreto ristori bis non sono sufficienti a supportare i pubblici esercizi, costretti a interrompere nuovamente l’attività dopo l’ulteriore stretta”, si legge nella nota di Fipe-Confcommercio. “Questo nonostante il testo preveda un incremento di circa il 50% per le imprese delle zone con maggiori restrizioni, rispetto a quanto predisposto per il precedente decreto ristori”.
“Appare dunque evidente – conclude la nota – che gli sforzi fatti dal Governo, seppur apprezzabili per le intenzioni, non sono sufficienti a sostenere un comparto in profondissima crisi, che non riesce a vedere alcuna luce in fondo al tunnel. Ricordiamo che solo per effetto delle ultime restrizioni che vedranno la chiusura forzata dei pubblici esercizi per il prossimo mese nelle regioni rosse e arancioni (il 38% del totale nazionale), andranno in fumo ancora tra i 3 e i 3,5 miliardi di euro. Confidiamo nella prossima legge di bilancio per scelte ancor più coraggiose per salvare quante più imprese e posti di lavoro possibili!”