Ristoranti chiusi, così come bar, pub, gelaterie, pasticcerie e tutte le attività considerate non di prima necessità. Salve le consegne a domicilio. Questo l’imperativo del Governo, sancito dal dpcm 11 marzo 2020, il “Decreto Coronavirus” pubblicato ora in Gazzetta Ufficiale.
Il provvedimento, contenenti “misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale”, è stato preceduto da un discorso del premier Giuseppe Conte che vi abbiamo riportato e rappresenta un’inasprimento del dcpm 9 marzo, ulteriore a quello dell’8 marzo 2020. Ovvero, se fino a ieri i ristoranti e i bar potevano tenere aperti al pubblico dalle 6 alle 18, da oggi, 12 marzo, dovranno chiudere le serrande, per limitarsi, volendo, al servizio di food delivery.
Così si legge alla lettera b dell’articolo 1 del Decreto, che riportiamo:
Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per le attività di confezionamento che di trasporto. Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.