L’ombra dell’influenza aviaria cala anche sulle Isole Galapagos, delicatissimo santuario della biodiversità che ospita numerose specie di uccelli già a rischio estinzione. Non si tratta della prima volta che questo particolare angolo di mondo si è trovato a dovere fare i conti con il morbo in questione, badate bene: lo scorso inverno, quando la curva di quella che è stata l’epidemia di aviaria più grave al mondo era ancora in salita, le autorità ecuadoriane arrivarono ad annunciare lo stato di emergenza sanitaria su tutto il territorio nazionale (arcipelago in questione naturalmente compreso) in seguito al ritrovo di alcune positività.
Fast forward di una manciata di mesi: se l’Europa sembra sia ormai pronta a uscire dalla parte più accesa dell’epidemia – anche se, è bene notarlo, i rapporti più recenti raccontano ancora di nuovi casi di influenza aviaria nei mammiferi -, le Isole Galapagos continuano a vivere una situazione di pericolosa emergenza.
Influenza aviaria nelle Galapagos: il parere degli esperti
La parola d’ordine è naturalmente “cautela”: oltre a trattarsi, come già accennato in apertura di articolo, di uno dei più preziosi scrigni di biodiversità sulla faccia della Terra, le Galapagos ospitano numerose specie uniche o comunque molto rare che tra tra le rocce e il vento dell’arcipelago hanno trovato la propria casa – specie che, con l’imperversare dell’influenza aviaria, rischiano di vedere decimate le proprie popolazioni.
I rapporti delle autorità sanitarie, d’altro canto, lasciano poco spazio ai dubbi – sono già state avvistate decine di animali morti o comunque malati con sintomi che, a un occhio esperto, rivelano la chiara azione dell’influenza aviaria. Tempo di correre ai ripari, dunque: le autorità governative ecuadoriane, sulla falsa riga di quanto compiuto lo scorso dicembre, hanno annunciato di avere attivato un piano con l’intenzione di proteggere gli animali, in particolare nelle zone di Genovesa e Wolf dove sono già stati individuati alcuni focolai.
Come accennato le Isole Galapagos – così come l’Ecuador, o ancora più in generale l’America del Sud – non sono affatto sole nella lotta all‘influenza aviaria, anche se naturalmente il patrimonio naturale qui custodito rende la situazione particolarmente più drammatica.
Sono infatti sempre più numerosi, come accennato già nelle righe precedenti, i casi di aviaria riscontrati nei mammiferi – un fenomeno che ha innescato il timore che il virus possa rivelarsi il protagonista di una nuova e terribile pandemia. La comunità scientifica ha passato gli ultimi mesi a calmare gli animi spiegando che si tratta di uno scenario certamente probabile ma anche estremamente remoto: nel frattempo, qualcuno ha già dato il via alla corsa ai vaccini per l’uomo.