De Angelis Food Group ha deciso di intercettare l’entusiasmo che da qualche tempo circonda – e che dovrebbe continuare a circondare, secondo le previsioni di mercato – il mondo degli alimenti plant based: la società con sede nel veronese ha infatti di recente acquisito una partecipazione di maggioranza nella start up parmense Food Valley che, attraverso il marchio Momi (un acronimo, quest’ultimo, che in realtà sta per un ambiziosissimo “Mondo migliore”), produce e commercializza pasta fresca ripiena alle verdure, prodotti a base vegetale (per l’appunto) e altri alternativi alla carne animale, ricchi di proteine vegetali e legumi.
De Angelis e Food Valley: i dettagli dell’accordo
È importante notare, rimanendo nel contesto dell’affare in questione, che De Angelis Food Group ha di fatto chiuso l’anno scorso mettendo a segno un fatturato di 115 milioni di euro, in forte crescita (addirittura +40%, per essere precisi) rispetto all’anno ancora precedente. Insomma, di certo alla società veronese non mancano le munizioni per chiudere l’accordo: quel che è particolarmente degno di nota, tuttavia, è come brevemente accennato la decisione di puntare sul contesto del plant based – una scelta che permetterà di sfruttare una tendenza sempre più affermata e che può vantare degli ampi margini di crescita in termini di popolarità e vendite.
Ma spendiamo qualche parola anche per Food Valley, come anticipato proprietaria del marchio Momi: forte delle proprie ricette ricercate, il filone produttivo della startup è naturalmente vicino alle correnti vegan, green e di sostenibilità energetica. Food Valley va ad aggiungersi alla capofila De Angelis, produttrice di pasta fresca e ripiena, alla padovana Saordelmar, specialista in piatti pronti di pesce e sughi, alla romagnola EmmeFood che produce e commercializza primi e secondi pronti soprattutto per la Gdo, al raviolificio bergamasco Poker, alla padovana Pandea oltre a De Angelis Usa.
“Quanto produce Food Valley mancava nel nostro catalogo” ha commentato a tal proposito Paolo Pigozzo, da 5 anni amministratore delegato del gruppo veronese, principale artefice del recente successo ottenuto dallo stesso. “Si tratta di una partnership di maggioranza. Abbiamo lasciato il management al loro posto visto che hanno sin qui ottenuto una grande visibilità in particolare in Europa e assunto altri dipendenti“.
Le dichiarazioni di Pigozzo sono composte da poche parole, dalle quali si può tuttavia intuire un inconfondibile scia di ottimismo: “Con l’entrata in Food Valley” ha continuato “allargando l’export, potenziando lo stabilimento americano e puntando sempre sulla qualità prevediamo di poter toccare, a fine anno, i 130 milioni di fatturato e di raggiungere i 200 entro cinque anni”.