Per il momento il vino italiano è salvo dai dazi USA: è riuscito a rimanere fuori dalla disputa commerciale con Airbus. La precisazione “per il momento”, però, è d’obbligo: in questo momento gli Stati Uniti non imporranno nessun dazio aggiuntivo sui vini provenienti dall’Italia, ma in futuro è difficile dire cosa accadrà.
Ernesto Abbona, presidente dell’Unione Italiana Vini (UIV), si è dichiarato soddisfatto del risultato ottenuto, un successo derivante dal lavoro diplomatico e che ha interessato ogni livello del settore, indotto e istituzioni inclusi.
Ma non finisce qui: visto il successo ottenuto tramite questa azione congiunta politico-diplomatica, ecco che adesso bisognerà concentrarsi sulla digital tax approvata nel 2019 dal Governo italiano. Lo scopo è quello di evitare ulteriori ritorsioni commerciali che danneggerebbero tutti. Il fatto è che bisogna fare in modo che il vino non diventi di nuovo il bersaglio di dispute commerciali che col vino non c’entrano assolutamente nulla.
Gli Stati Uniti sono il primo acquirente al mondo di vini e l’Italia è nuovamente il primo Paese fornitore: nel corso del primo semestre del 2020 il valore di vendite si è attestato sul miliardo di dollari, crescendo del +2,9% in volumi e del +1,8% sul valore rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso (e questo nonostante il calo dell’export legato all’epidemia di Coronavirus). La Francia è stata maggiormente colpita dai dazi, perdendo il 25,3%. Idem dicasi per la Spagna, con -12,3%.