I dazi Usa hanno spinto l’acceleratore sulle esportazioni dei prodotti lattiero caseari dell’Unione europea (+9,2% in quantità e 11,5% in valore). Per l’Italia, a fare la differenza sono i formaggi che registrano un avanzamento dell’esportazione dell’8% in quantità e del 13,3 % in valore. Al momento, i primi tre mercati di destinazione dei formaggi italiani sono Francia, Germania e Regno Unito, seguiti dagli Stati Uniti con un +27,9% di quantità importate fra gennaio e luglio 2019. Nel complesso, c’è stato un incremento tendenziale dell’export del 15,8% in quantità e del 22,2% in valore.
I dazi, “attesi” da mesi, sono entrati in vigore il 18 ottobre e hanno causato un aumento del 25% sui prodotti europei negli Usa (questo spiega la corsa all’acquisto di latticini e formaggi italiani, tanto amati negli States). Nel mese di agosto 2019 segno più per quasi tutte le voci produttive. In particolare, cresce l’esportazione di latte e panna (+30,7% in quantità e +27,1% in valore). Trend positivi anche per la la polvere di latte scremato (+37,3% in quantità e +57,3% in valore), la polvere di latte intero (+8,4% in quantità e +6,4% in valore), la polvere di latte con aggiunta di grassi (+3,7% in quantità e +8,8% in valore). Bene anche il burro con +22,1% in quantità e +20,3 in valore. A rilevare i numeri – sulla base dei dati Clal, portale che analizza il settore lattiero caseario – Fieragricola, rassegna internazionale dedicata all’agricoltura.
Per Stefano Berni, direttore del Consorzio di tutela del Grana Padano, sarà necessario “trovare, come ha promesso il ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova, dei meccanismi compensativi per tamponare questi 3-3,5 euro al chilogrammo di costo aggiuntivo per i dazi”. Intanto, nei giorni scorsi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella è volato da Donald Trump, con cui ha avuto un confronto acceso sull’argomento. Ma, se di solito tra capi di Stato si tende a ricercare una pseudo tregua, in questo caso le posizioni del Presidente americano restano ferme e non trattabili. Non resta che vedere cosa accadrà nei prossimi mesi, quando anche l’Europa potrebbe imporre i dazi agli Usa.
Fonte: Agroalimentare News; Fieragricola