Così abbiamo avuto la conferma: se il mito di Davide Scabin non smette di vivere di Amarcord è perché parliamo di uno chef la cui caratteristica principale, dopo l’essere stato un genio della cucina, è certamente quella di avere nove vite come i gatti. Perché oggi l’ex chef del Combal.Zero è diventato il nuovo chef del Ristorante Carignano di Torino, all’interno dello storico Grand Hotel Sitea.
Un coup de théâtre inaspettato in questo chef mercato d’inizio anno lavorativo, in cui Torino sembra darsi da fare a mescolare le carte in tavola (e la troppa agitazione, è bene ricordarlo, non è mai un buon segno). Alla fine, dopo tante notiziole, chiacchiere e gossip, eccola qui la vera bomba: Scabin torna a difendere una stella Michelin. Anzi, riformuliamo: Scabin viene chiamato per questo, da una proprietà che lo mette a capo di questa sfida e che crede in lui per realizzarla a lungo termine, dopo aver dato l’addio di Fabrizio Tesse, chef volato al Ristorante panoramico La Pista. Al Carignano Davide Scabin arriva in cucina come executive chef, coadiuvato dai giovani Francesco Polimeni, classe 1997, da anni chef de cuisine e da Kevin Gardini. «Consci dell’immenso capitale umano presente in azienda, cercheremo insieme al nuovo direttore d’orchestra di raggiungere nuovi e più ambiziosi traguardi aziendali facendo della nostra “Torinesità un tratto distintivo» dice la proprietà, la famiglia Buratti Lera.
Dunque, l’addio a Q.B. – il progetto di Davide Scabin a Mercato Centrale Torino – forse non era dettato (solo) dagli aumenti energetici, e in effetti anche noi avevamo espresso qualche perplessità su questa motivazione. Il nuovo progetto del Carignano guidato da Scabin aprirà le sue porte a novembre, e la Torino gastronomica già freme dalla curiosità.