Che la cucina di alto livello e il design, che possiamo comodamente intendere nella sua applicazione più generale, possano vantare una forma di comunità di intenti è quasi scontato. La legge più banale e strettamente valida, tanto per fare un esempio, è quella dell’occhio che vuole la sua parte; e Davide Oldani, che a onore del vero ha fatto dell’attenzione all’occhio una sorta di marchio di fabbrica, lo sa bene.
Lo chef del D’O ha collaborato con Sotheby’s in occasione della prima vendita in terra meneghina dell’anno, selezionando quattro dei suoi pezzi preferiti tra le offerte di questa stagione. Prima di darci un’occhiata, però, dedichiamo qualche parola alle coordinate spazio temporali: parte dell’offerta messa a punto dalla casa d’aste d’Oltremanica sarà esposta nelle gallerie di Sotheby’s a Milano dal 18 fino al 21 di aprile, prima che la vendita online chiuda per le offerte alle ore 15 del giorno 23.
Davide Oldani per Sotheby’s: un’occhiata alle scelte dello chef
Abbiamo aperto l’articolo individuando l’evidentemente ovvio collegamento tra il design e la cucina, da intendersi nella declinazione del fine dining ma non solo; ed evidenziato come tale legame sia quel tanto più forte per quanto concerne lo chef del D’O: vale la pena notare, infatti, che Davide Oldani ha di fatto progettato da sé piatti, posate, bicchieri, tavoli e sedie per il suo ristorante.
“Il tavolo che ho progettato è alto 80 cm invece dei normali 75 cm e le sedie 50 cm invece di 45 cm” ha spiegato Oldani. “Il motivo è la mia convinzione che la digestione debba iniziare già a tavola e queste dimensioni permettono di farlo”. Tre le direttrici d’azione della sua estetica – semplicità, funzionalità ed eleganza -, quattro i pezzi selezionati per Sotheby’s: diamoci un’occhiata.
La prima è la poltrona “Proust” di Alessandro Mendini, “una dimostrazione di armonia” forte di “un abbinamento armonico con la ghiaia e il design del tessuto e del legno stesso”. Seguono poi due alzate di Gaetano Pesce, la “Flower Vase” in resina colata policroma e la “Half Ball” in resina colata. Il tema, secondo la lettura di Davide Oldani, è quello marittimo. “Il primo vaso mi ricorda una sorta di medusa che, rivolta sotto sopra, fa scendere una colata di caramello” ha spiegato lo chef. “Il secondo ricorda esattamente il colore del polpo cotto”.
A chiudere la selezione troviamo l’abbondanza cromatica del Carnaval di Alê Jordão: “Il gioco di luci di quest’opera” ha spiegato Oldani “regala una sensazione di allegria”.