Dati positivi per vino e birra italiani: ma l’alcol non era “sotto attacco”?

Nonostante le preoccupazioni di Lollobrigida, export e consumi di vino e birra sono in aumento, stando agli ultimi dati diffusi.

Dati positivi per vino e birra italiani: ma l’alcol non era “sotto attacco”?

Ormai è una cosa che siamo abituati a sentire da un bel po’: il vino italiano è sotto attacco. Una sindrome da accerchiamento di cui il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, sembra essere la prima vittima, vedendo nemici delle tradizioni italiane un po’ dappertutto.

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Dire che l’alcool etilico fa male è un demonizzazione, gli avvertimenti sulla salute nelle etichette irlandesi sono un complotto contro il Made in Italy, dazi e nuovo codice della strada un’ulteriore accanimento.

Un atteggiamento condiviso da altri importanti attori del mondo enologico come Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini, e Riccardo Cotarella, decano degli enologi italiani. Eppure, a guardare gli ultimi dati sembra che non solo il mercato del vino, ma il consumo di alcolici più in generale non se la passi poi così male.

L’export del vino in aumento

vino rosso

Secondo i numeri diffusi dall’Istat, le esportazioni di vino del 2024 vedono un miglioramento del 5,5%, raggiungendo il valore record di 8,1 miliardi di euro: dati che, per una volta, non fanno gridare Lollobrigida al complotto, anzi.

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“Un traguardo straordinario che dimostra la forza, la qualità e la competitività del vino italiano, autentico ambasciatore del Made in Italy nel mondo”, commenta il ministro tramite i suoi social.

Il governo però, resta sempre all’erta: “difendere e valorizzare le nostre eccellenze significa proteggere l’identità e la ricchezza dell’Italia. Il Governo Meloni è in prima linea per garantire strumenti concreti a sostegno delle nostre imprese, per rafforzare la loro presenza sui mercati internazionali”.

Non solo vino: la situazione birra

birra

Un altro studio di questi giorni riguarda il consumo di birra, ed è stato condotto da Coldiretti e Consorzio Birra Italiana su dati Ismea, e vede un +2% degli acquisti di birra nei primi mesi del 2024.

Un dato positivo che, sottolinea il Consorzio in una nota, è merito anche del comparto artigianale, che dall’inizio di quest’anno potrà contare anche su una riduzione delle accise: una visione decisamente più ottimistica di quella percepita dagli appassionati, che stanno assistendo a molto chiusure di birrifici che hanno fatto la storia del movimento.

Secondo Coldiretti questo miglioramento “rappresenta un segnale positivo per un comparto che sta puntando sul consumo consapevole e sul legame col territorio a partire dalle esperienze di filiera corta dal campo al bicchiere”.

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Un aspetto, quello del rapporto della birra col territorio, che è al centro dell’impegno del Consorzio, che vuole “promuovere una ulteriore crescita del settore puntando sull’ampliamento della disponibilità di materia prima italiana, a partire dall’orzo, oltre che del luppolo, favorendo le condizioni per una diffusione di questo tipo di coltivazioni come base indispensabile per incrementare la produzione di birra 100% made in Italy”.

Insomma, sembra che per il momento questi attacchi ai sacri consumi di alcool degli italiani non stiano centrando il bersaglio e, pur con tutte le difficoltà di un periodo economicamente difficile per tutti i settori, vino e birra stiano sopravvivendo. Aspetteremo i dati del 2025 per capire se avrà ragione Coldiretti col suo ottimismo o Lollobrigida, preoccupato per gli attacchi esterni.