Data di scadenza sulle etichette: la proposta anti spreco si è arenata

La dicitura relativa alla data di scadenza posta sulle etichette UE per il momento resterà uguale, le varianti proposte per ridurre gli sprechi non sono state approvate.

Data di scadenza sulle etichette: la proposta anti spreco si è arenata

A marzo c’era stata una proposta in UE, che sperava di modificare le regole relative alla data di scadenza sulle etichette in modo da evitare gli sprechi. Una speranza che si è indebolita perché la proposta anti spreco si è a quanto pare arenata nelle scorse ore. Lo stop non arriva per tecnicismi, bensì per il rischio di incomprensioni linguistiche.

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Le intenzioni

L’Unione Europea aveva proposto di specificare ulteriormente la data di scadenza sulle etichette alimentari, così da cercare di ridurre lo spreco: in tantissimi, per fare un esempio, prendono alla lettera il classico “consumare preferibilmente entro il” o la data dichiarata, e buttano l’alimento anche nei giorni precedenti alla scadenza. Secondo la proposta, sulle etichette dei prodotti alimentari sarebbe potuta comparire la dicitura Spesso buono oltre: un prodotto, che ha un certo termine minimo di conservazione, passata quella data potrebbe ancora essere buono. Già vi erano stati dubbi sulla riuscita di tale iniziativa: la maggior parte delle persone, infatti, non conosce nemmeno la differenza fra una data di scadenza e un termine minimo di conservazione… aggiungere un’altra voce a quelle già in vigore potrebbe destare confusione.

Lo stop dell’iniziativa: le etichette rimarranno come le conosciamo?

Il problema è proprio il gap linguistico: a quanto pare, la nuova dicitura è incisiva in alcuni Paesi e meno efficace o chiara in altri. Quindi, l’etichetta “Da consumarsi preferibilmente entro il” non sarà sostituita – al momento – con “Spesso buono oltre”. La misura era inserita tra quelle dedicate agli sprechi alimentari e che la Commissione europea presenterà il prossimo 5 luglio: ebbene, molti Paesi membri non hanno superato le perplessità in merito. Nulla di fatto insomma, esattamente come per la proposta sul Nutriscore, su cui Lollobrigida si dichiarò contrario.

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