Data di scadenza sulle etichette: in UE cambiano le regole per evitare di sprechi

L'UE ha deciso di cambiare le regole in merito alla data di scadenza sulle etichette, tutto per cercare di evitare gli sprechi. Ma funzionerà?

Data di scadenza sulle etichette: in UE cambiano le regole per evitare di sprechi

All’UE piace cambiare, tanto per parafrasare un noto film. L’Unione Europea, in effetti, ha deciso di modificare le regole relative alla data di scadenza sulle etichette in modo da evitare gli sprechi. Al momento si tratta di una proposta, tutto è ancora da definire, ma se venisse accolta, ecco che sulle etichette dei prodotti alimentari potrebbe comparire la dicitura “Spesso buono oltre”. Che vuol dire? Che quel prodotto, che ha un certo termine minimo di conservazione, in realtà passata quella data potrebbe ancora essere buono. Non sempre, solo spesso, va un po’ a fortuna in pratica.

Data di scadenza: come cambiano le regole?

etichetta

La dicitura “Spesso buono oltre” non andrà a sostituire la dicitura “Da consumarsi preferibilmente entro”, cioè quella relativa al termine minimo di conservazione, ma andrà ad affiancarsi ad essa. Il problema è che, la maggior parte delle persone, non conosce la differenza fra una data di scadenza e un termine minimo di conservazione. Detto in soldoni, la data di scadenza indica il giorno dopo il quale quell’alimento non deve più essere consumato in quanto diventerebbe pericoloso per la salute umana con il rischio di intossicazioni alimentari. Il termine minimo di conservazione, invece, indica il giorno dopo il quale l’alimento in questione può comunque essere consumato in sicurezza, ma di cui non si garantiscono più le proprietà organolettiche.

Facciamo un esempio pratico: se un piatto precotto, un affettato o un formaggio ha una data di scadenza indicata come 13 aprile 2023, cioè “Da consumarsi entro il 13 aprile 2023”, vuol dire che dopo il 13 aprile 2023 non dovremo più mangiare quel prodotto in quanto ci sarà un rischio per la nostra salute (proliferazioni batteriche e via dicendo).

Se un prodotto come i cracker ha un tempo minimo di conservazione indicato come “Da consumarsi preferibilmente entro il 13 aprile 2023” ecco che vuol dire che dopo il 13 aprile potremo comunque mangiarlo in sicurezza, non rischiamo intossicazioni alimentari come nel caso precedente, ma non è detto che quei cracker, passato il tmc, siano ancora croccanti e friabili come prima. Magari sono diventati più mollicci.

In realtà, poi, ci sono delle distinzioni per quanto riguarda il tmc:

  • tmc che indica il giorno, il mese e l’anno: si può consumare quel prodotto senza rischi fino a massimo tre mesi dopo la data segnalata (Da consumarsi preferibilmente entro il 13 aprile 2023)
  • tmc che indica il mese e l’anno: si può consumare quel prodotto senza rischi fino a massimo diciotto mesi dopo la data segnalata (Da consumarsi preferibilmente entro aprile 2023)
  • tmc che indica solo l’anno: si può consumare quel prodotto senza rischi anche superati i diciotto mesi dopo la data segnalata (Da consumarsi preferibilmente entro il 2023)

Ci sono poi alimenti che non hanno né date di scadenza, né termini minimi di conservazione, pensiamo per esempio all’aceto.

E’ sicuro consumare il cibo dopo la data di scadenza indicata in etichetta? E’ sicuro consumare il cibo dopo la data di scadenza indicata in etichetta?

Detto ciò, la maggior parte delle persone non conosce queste differenze, cosa che finisce con l’aumentare gli sprechi alimentari. Dunque per permettere al consumatore di orientarsi meglio, ecco che arriva la necessità di una nuova indicazione, quella di “Spesso buono oltre”. Certo, quell’avverbio di tempo “Spesso” non è incoraggiante, ma forse in questo modo si eviterebbero sprechi di alimenti con tmc, cioè alimenti che possono essere consumati in tranquillità anche passata quella data, vedi pasta e riso (controllate solo che non ci siano tarme o muffa), patatine, cracker, biscotti e olio.

Ovviamente questa dicitura non comparirà su alimenti che sono più deperibili, quelli con la data di scadenza propriamente detta: carne fresca (specie se trita), pesce crudo e formaggi freschi tassativamente non vanno consumati dopo la data di scadenza.