Pure Daniela Santanchè ha deciso di intervenire sulle recensioni online false, chiedendo a gran voce che il governo intervenga sulla questione. Ma lei non fa parte di questo governo? Chiedo perché magari mi sono persa qualcosa. Comunque sia è innegabile che questo sarà il governo ricordato per le grandi battaglie contro gli influencer, le recensioni fasulle, le farine d’insetti e la carne coltivata. Temi importanti, per carità, ma non si nota tale sollecitudine verso altre problematiche.
Daniela Santanchè e le recensioni false online
Anche in questo caso, come in quello di Vissani, il motore che ha spinto a parlare di questo problema è stato il caso di Giovanna Pedretti, la ristoratrice morta a seguito di dubbi su una recensione fasulla.
Il ministro del Turismo ha spiegato che le recensioni online “possono decretare la vita o la morte delle imprese, dei ristoranti e degli alberghi e non si possono continuare ad accettare senza sapere da chi arrivano”. Da qui la necessità che il governo intervenga sulla questione, visto che il fenomeno della compravendita delle recensioni (sia positive che negative) è fuori controllo.
Non è difficile procurarsi delle recensioni false: basta andare su Google e ci sono tantissimi siti che offrono soluzioni create ad hoc. E queste recensioni sono vendute sia per i siti, sia per i social, con l’opzione aggiuntiva di poter gettare fango su eventuali rivali (nascondendo tali recensioni a 1 stella in mezzo ad altre più favorevoli).
Il Messaggero ha riportato un report di un collettivo di tutela dei consumatori americani, il PIRG, il quale ha analizzato i dati e ha scoperto che il 40% delle recensioni che leggiamo online è inventato. E questo dato è aumentato nel corso degli ultimi anni: nel 2021 solo il 4% era inventato. E considerando che la maggior parte degli utenti prima di recarsi in un ristorante, comprare qualcosa o pernottare da qualche parte si affida a tali recensioni, ecco che il problema è particolarmente sentito.
Nel 2022, per esempio, Google avevaaaa dichiarato di aver eliminato 115 milioni di recensioni false, Tripadvisor ne aveva eliminate 1,3 milioni e Trustpilot 2,7 milioni. Vittime di queste recensioni e commenti fittizi sono soprattutto le piccole attività, la cui reputazione viene danneggiata in un attimo da feedback negativi del genere.
Cosa fare, dunque? Beh, non si sa. Anche la stessa Santanché ha ammesso che non c’è una soluzione pronta. Per questo motivo chiede di organizzare un tavolo con le diverse associazioni di categoria per cercare di capire quale sia lo “strumento migliore per intervenire”. Certo, ci sono sempre l’Antitrust e il Codice Penale (occhio al reato di diffamazione e di sostituzione di persona), ma questo non basta a risolvere il problema dell’individuare nomi e cognomi reali di chi scrive tali recensioni
C’è anche da dire che pure noi utenti dovremmo iniziare a fare la nostra parte e imparare a leggere le recensioni con occhio critico. Se qualcuno mette una stella perché “il ristoratore mi ha fatto sedere là, mentre io volevo sedermi qua”, è chiaro che tale recensione ha un valore pressocché nullo. Idem dicasi per un’altra tipologia di recensioni assai diffuse al momento, quelle del tipo “Sono vegana, sono andata in un ristorante di carne e non mi hanno presentato un menu con venti portate vegane” o viceversa “Amo la carne, sono andata in un ristorante vegano e non ho trovato neanche una briciola di carne”: ovvio che tali recensioni siano da prendere come puro esercizio di stile.