Dalle ceneri di Pompei nasce un vino biologico

Nel celeberrimo parco archeologico nascerà una vigna che guarda all'antico vino prodotto nell'area.

Dalle ceneri di Pompei nasce un vino biologico

Il vino pompeiano si prepara a rinascere dalle ceneri. Grazie a una collaborazione tra pubblico e privato, nel parco archeologico della città sorgerà una vigna gestita dalla cantina campana Feudi di San Gregorio (del gruppo Capaldo). Lo scopo è far rivivere vitigni autoctoni che hanno fatto la storia della zona, collocandosi in un percorso di ricerca botanica iniziato negli anni ’90.

Vino pompeiano millenario

vigneti pompei

La storia del vino, lo sappiamo, è millenaria. Lo dimostrano i vari studi in questo ambito e le molteplici scoperte e ritrovamenti di anfore sommerse. Certo, il nettare degli antichi romani era ben diverso da ciò che oggi chiamiamo vino, ma alcuni vitigni che sfruttiamo oggi sono gli stessi da cui si produceva il nettare migliaia di anni fa.

In questo solco si colloca il nuovo progetto congiunto del parco archeologico di Pompei insieme al gruppo vitivinicolo Capaldo. Un’area dell’antico sito verrà dedicata allo sviluppo di una vigna destinata ad ampliarsi fino a sei ettari. Un vino biologico realizzato a partire da vitigni autoctoni e il cui processo di produzione si svolgerà interamente all’interno del parco.

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Il progetto ha l’ambizione di ridare vita – con tutte le inevitabili evoluzioni del caso – ad antichi vini locali, in un’area i cui resti hanno più volte dimostrato la vocazione enogastronomica (vi ricordate l’affresco della pizza rinvenuto un paio di anni fa?). All’iniziativa parteciperanno esperti di più ambiti; tra questi, Attilio Scienza, agronomo e professore di viticoltura.

Queste le parole di Antonio Capaldo, presidente del gruppo vitivinicolo coinvolto: “Abbiamo aderito al progetto con entusiasmo. Occorreranno tempo e investimenti importanti ma la cosa non ci spaventa, anzi: avere il coraggio di percorrere nuove strade, guardando questo progetto millenario con occhi nuovi, accomuna la nostra visione a quella del Parco”.

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco, gli fa eco: “L’azienda vitivinicola fa parte di un più ampio progetto di azienda archeo-agricola che sta interessando anche altre attività, quali ad esempio la valorizzazione e coltivazione degli ulivi”.