Nel palinsesto Netflix per il 2024 troverà posto anche il vulcanico chef Dabiz Muñoz, con un docureality in cui, stando alle anticipazioni, non si vuole raccontare solo il lato gastronomico e professionale del patron di DiverXo, ma soprattutto quello più intimo e personale.
Molto da raccontare
L’annuncio è stato dato tramite social dalla stessa piattaforma di streaming: “Se sentite un buon profumo è perché stiamo cucinando qualcosa con Dabiz Muñoz”, così recita il post su Instagram, ad accompagnare una foto in chiaroscuro che lascia intravedere il profilo dell’inconfondibile capigliatura punk del cuoco madrileno. Una comunicazione poi ripresa dallo stesso protagonista della serie, che ha voluto alimentare l’entusiasmo: “Stiamo preparando insieme a Netflix il documentario più brutale, creativo, travolgente e sorprendente che sia mai stato realizzato” ha scritto. In ombra, oltre al ritratto del protagonista, anche i dettagli sulla produzione di cui non si sa ancora numero o durata degli episodi né un’ipotetica data per la premiere, se non che potremo vederla quest’anno. Quello che è certo è che il docureality arriva in un momento di grandi cambiamenti, con l’annuncio della creazione progetto UniverXo e della nuova location della sua insegna principale, anticipata a Madrid Fusion e per la quale di parla di investimenti tra i 12 e i 14 milioni di euro.
Uno chef istrionico
Muñoz non è certo nuovo alle apparizioni televisive, e questa in lavorazione non è nemmeno la prima serie monografica su di lui. Già nel gennaio 2016, il canale Cuatro aveva presentato in anteprima “El Xef”, un documentario di due stagioni che raccontava la sua vita di cuoco nei suoi ristoranti DiverXO e StreetXO, pensato per far scoprire agli spettatori i retroscena della sua cucina, definita allora -con gran sprezzo del ridicolo- “cyberretrofuturista”.
Al netto delle dichiarazioni d’ordinanza “Siamo convinti che vi lascerà a bocca aperta “, Dabiz Muñoz è uno chef che ha fatto della teatralità e della voglia di stupire il suo marchio di fabbrica, ed è lecito aspettarsi che questi aspetti vengano ampiamente sviscerati nella serie in arrivo. Istrionismo però non fine a sé stesso, ma sempre supportato da un grande concretezza gastronomica, che lo ha portato alle 3 stelle Michelin in sette anni, a un terzo posto nella 50 best dietro Disfrutar e Central, e a vincere per tre anni di fila il “The Best Chef Award”.