Piazzare un disclaimer in apertura di articolo ci pare d’obbligo: no, il nostro non è un invito ad alzare il gomito facendo affidamento sui presunti effetti miracolosi di un gel anti-sbronza. “Presunti” e “miracolosi”, avete capito bene: d’altro canto non è certo la prima volta che vi parliamo di prodotti che promettono di annullare gli effetti negativi dell’alcol – i nostri lettori più attenti ricorderanno di Myrkl, la cosiddetta pillola anti-sbornia – ma che puntualmente si rivelano piuttosto inefficaci.
Fatta questa doverosa introduzione possiamo parlare del gel nostro protagonista: a produrlo è stato un team di ricerca guidato da scienziati del Politecnico federale di Zurigo, che ha di fatto collaborato con altri gruppi del Dipartimento di nutrizione e salute dell’Istituto superiore di Pechino, dell’Istituto di Medicina Traslazionale dell’Università Zhejiang Shuren e altri centri. Come funziona? Semplice, almeno nella teoria: il gel in questione sarebbe in grado di convertire l’alcol in una sostanza innocua, prima che possa formare composti dannosi per l’organismo e appesantirci della più tradizionale – e meno solenne – sbornia.
Come è stato prodotto il gel anti-sbronza?
L’idea degli esperti è che il gel potrebbe trovare un interessante impiego come presidio da assumere prima o durante il consumo di alcol, così da – come già accennato – bloccarne gli effetti negativi e assicurare un ambiente complessivamente più sicuro (pensiamo, per fare un esempio immediato, al numero di incidenti stradali imputabili proprio al consumo di alcolici).
Alla base del gel vi sono proteine del siero del latte, che gli scienziati hanno fatto bollire per ore per ottenere “fibrille lunghe e sottili”, poi mischiate con sale e acqua. Per “attivarlo”, per così dire, sono poi stati aggiunti ferro e nanoparticelle d’oro, catalizzatori utili a convertire l’alcol in acido acetico in maniera rapida ed efficiente.
“Il gel sposta la scomposizione dell’alcol dal fegato al tratto digestivo” ha spiegato in un comunicato stampa il professor Raffaele Mezzenga del Dipartimento di Scienze e Tecnologie della Salute dell’ateneo svizzero, coordinatore del team di ricerca. “A differenza della metabolizzazione dell’alcol nel fegato, come prodotto intermedio non viene prodotta acetaldbeide dannosa”.
Non sono mancati, naturalmente, i test in laboratorio per dimostrarne l’efficacia. Gli scienziati hanno preso in esame due gruppi di topi: al primo è stata somministrata una dose acuta di alcol; mentre al secondo, al fine di simulare l’assunzione cronica, dosi regolari per dieci giorni. I numeri parlano chiaro: nel primo gruppo il gel ha abbattuto il 40% del livello di alcol dopo mezz’ora dall’assunzione, e quasi del 60% dopo cinque ore rispetto al gruppo di controllo (cioè che, per intenderci, non era stato trattato con il gel).
Nel secondo gruppo, invece, i ricercatori hanno osservato una riduzione del tasso di alcol nel sangue accompagnata a una migliore funzionalità del fegato, dell’intestino e della milza, oltre a una perdita inferiore di peso. L’importante appunto presentato dagli scienziati è che il gel risulta efficace quando si trova nel tratto digerente, ma poco può contro l’avvelenamento da alcol determinato dal passaggio nel flusso sanguigno.
La regola più importante, in ogni caso, rimane sempre la stessa: “È più salutare non bere affatto alcolici” ha spiegato Mezzenga. “Il gel potrebbe però interessare soprattutto a coloro che non vogliono rinunciare del tutto all’alcol, ma non vogliono sovraccaricare il proprio corpo e non ricercano attivamente gli effetti dell’alcol”. Sommelier astemi di tutto il mondo, questa è per voi.