Pare che dalle indagini sul crollo del cantiere Esselunga abbiano preso a emergere nuove e tragiche zone d’ombra. Un piccolo riassunto: nella giornata di venerdì 16 febbraio un punto vendita Esselunga in costruzione, affidato di fatto in appalto a una società terza, ha finito per collassare su se stesso seppellendo gli operai al lavoro.
Gli aggiornamenti più recenti parlano di quattro decessi complessivi, con un uomo ancora disperso tra le macerie. Stando a quanto riportato dai colleghi di Repubblica, tuttavia, pare che due degli operai che hanno perso la vita, di origine nordafricana, non fossero regolari in Italia e senza il permesso di soggiorno.
Crollo Esselunga: i dubbi sull’azienda affidataria e sulla regolarità dei lavoratori
Vale la pena sottolineare, rimanendo in questo contesto, che nel mirino delle indagini è già stata messa a fuoco l’Attività Edilizie Pavesi (AEP) di Pavia, azienda a cui per l’appunto era stata affidato il cantiere in questione.
Il motivo è semplice: in passato la ditta era già stata scelta per la costruzione di altri punti vendita a marchio Esselunga, con un cantiere – situato a Genova, questa volta – che rimase compromesso dal verificarsi di ben due incidenti a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro. Il capitolo ligure, è bene notarlo, si concluse con l’intervento dell’Asl, che ordinò la chiusura del cantiere in modo tale da verificare le condizioni di sicurezza.
Torniamo dunque a Firenze: qui il crollo, stando a quanto lasciato trapelare fino a ora dalle indagini sul loco, sarebbe stato causato dal cedimento di una delle travi portanti situate al quarto piano, che cadendo ha naturalmente innescato il collasso a catena di tutte le altre. La procura del capoluogo toscano ha ritenuto opportuno aprire un fascicolo per omicidio colposo plurimo e crollo colposo, oltre a porre sotto sequestro l’area del cantiere.
I dubbi sulla regolarità di due dei lavoratori rimasti sepolti dal crollo, come accennato in apertura di articolo, sono sorti solamente nel corso delle ultime ore in seguito al riconoscimento dei cadaveri. Sotto le macerie, informano i soccorritori, rimane ancora un ultimo operaio disperso: le operazioni di salvataggio procedono con fatica, cautela e urgenza.
Nel frattempo, alle parole di cordoglio espresse da Giorgia Meloni, Marina Caprotti (presidente Esselunga) e a quelle più rabbiose da parte dei sindacati, si unisce anche il messaggio del Papa, formulato in un telegramma inviato al cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze. Papa Francesco, nel ringraziare “tutti coloro che si stanno adoperando nelle operazioni di soccorso”, ha rinnovato l’appello “alla sicurezza sui luoghi di lavoro auspicando un maggiore impegno di quanti hanno la responsabilità di tutelare i lavoratori”.