Panico in Francia: il burro sta per finire.
Vi avevamo già detto della scarsità di burro che attanaglia la Francia, ma ora, a ridosso delle festività natalizie, con l’inevitabile codazzo di dolci e relativo consumo di burro, la carenza sta assumendo contorni preoccupanti.
Il costo del burro è cresciuto del 92%, in Francia temono la catastrofe croissant.
I francesi sono i primi consumatori di burro in Europa, con 8 chili a testa ogni anno, e soprattutto sono grandi mangiatori di croissant, che devono la proverbiale fragranza proprio all’elevato contenuto di burro.
La crisi deriva sia da un aumento della domanda da parte di Cina, Egitto, Messico o Giappone, paesi dove finora il burro, soprattutto per i dolci, veniva poco utilizzato, e dove solo di recente è stato individuato come ingrediente pregiato.
Bisogna poi considerare una generale rivalutazione del burro, oggi reputato più salutare rispetto ai grassi con cui in era stato in passato sostituito, primo fra tutti la margarina.
Un concomitante e sostanzioso calo della produzione di latte ha fatto sì che in Francia il prezzo del burro sia raddoppiato nell’ultimo anno, arrivando a 7 dollari al chilo.
Anche se buona parte dei consumatori francesi non se n’è accorta, visto che i diversi supermercati stabiliscono i prezzi una volta all’anno. Ma ciò significa che oggi i produttori di burro spuntano margini di guadagno più ampi non vendendo ad altri clienti, rispetto ai supermercati, specie all’estero.
Infine, non sono pochi i francesi che, spaventati dalle notizie che leggono sui giornali, hanno fretta di acquistare il burro e di congelarlo, assottigliando ulteriormente le scorte dei supermercati.
[Crediti: Bloomberg, Dissapore]