Questione di punti di vista a quanto pare: secondo Mosca la crisi alimentare mondiale non è colpa del Cremlino, bensì dell’Occidente. In pratica la carenza globale di cibo è provocata dalle sanzioni imposte alla Russia, non dal fatto che la Russia ha invaso l’Ucraina.
Ok, non so se a livello diplomatico qualcuno abbia fatto notare a Mosca che non è che l’Occidente si è svegliato una mattina e si è detto “Toh, oggi non so cosa fare, imporrò delle sanzioni random alla Russia”, ma semplicemente che le sanzioni sono state imposte perché la Russia aveva invaso un altro paese.
Comunque sia, da quando è scoppiata la guerra fra Russia e Ucraina, ecco che le esportazioni di grano (e non solo) sono in gran parte bloccate. Questo causerà una carenza di materie prime con prezzi in aumento anche del 22,9% secondo i dati della Banca Mondiale e annessa crisi alimentare che colpirà soprattutto i paesi più vulnerabili.
In Occidente in generale si pensa che il blocco dei porti ucraini da parte della Russia sia responsabile della carenza di circa 25 milioni di tonnellate di grano nella catena di approvvigionamento globale (senza considerare, poi, la distruzione dei campi bombardati, l’impossibilità di seminare e raccogliere nel paese e le scorte di materie prime trafugate dall’esercito russo). Ma la Russia la vede diversamente: concordano sull’esistenza di una crisi alimentare mondiale, ma ritengono che non siano loro la fonte del problema.
Dmitry Peskov, segretario stampa del Cremlino, ha dichiarato che la colpa della crisi alimentare è delle sanzioni inflitte alla Russia. A dire il vero, finora nessuna sanzione occidentale ha preso di mira specificatamente le esportazioni russe di cibo o fertilizzanti. Tuttavia queste sanzioni stanno avendo degli effetti indiretti in quanto interferiscono con le capacità degli oligarchi che hanno interessi nell’industria alimentare di finanziare le loro aziende.
A questo bisogna poi aggiungere il fatto che alle banche russe e alle altre società è stato vietato l’accesso ai sistemi di pagamento internazionali.
A dire il vero, le esportazioni alimentari russe sono rimaste più o meno le stesse dall’inizio della guerra: quello che ha contribuito a far innalzare i prezzi dei generi alimentari è stato il blocco delle esportazioni ucraine da parte dell’esercito russo. Secondo gli esperti, però, rimuovere le sanzioni non servirà nell’immediato a far diminuire i prezzi: questi rimarranno alti fino a quando l’offerta non si sarà riadattata ovunque.