Non è un segreto che la crisi alimentare innescata dallo scoppio delle ostilità in Ucraina rappresenti un rischio tanto concreto quanto terrificante per i Paesi più poveri. Stando al rapporto annuale redatto dalle Nazioni Unite, nel corso del 2021 ben 200 milioni di persone hanno sofferto la fame – un numero che, considerando l’attuale crisi nell’Europa dell’Est e le sue conseguenze, non può che aumentare; così come aumenta il rischio di disordini sociali e civili in quei Paesi che, dopo le batoste inflitte dall’imperversare del Covid, si trovano in una situazione economica particolarmente vulnerabile.
A tal proposito, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha recentemente espresso la sua più profonda preoccupazione per le conseguenze della guerra in Ucraina, che come accennato in apertura sta alimentando una carenza di cibo in tutto il mondo che, nel caso dei Paesi più bisognosi, assume connotati ben più urgenti e cupi. “Devo dire che sono profondamente preoccupato” ha commentato Guterres nel corso di un incontro con il cancelliere e il ministro degli esteri austriaco “in particolare per i rischi che la fame si diffonda in diverse parti del mondo a causa della guerra in Ucraina”. Infine, pur spiegando che i colloqui per l’evacuazione dei civili dalle zone di pericolo sono tuttora in corso, Guterres ha però sminuito le prospettive di un potenziale colloquio di pace con esito positivo tra Russia e Ucraina.