Nulla di cui preoccuparsi, almeno per ora. Stando a quanto dichiarato dal Ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, intervenuto nel corso del Food Industry Summit del Sole 24 Ore, il temibile spettro della crisi alimentare è infatti ancora ben lontano dal materializzarsi in Europa: il ministro concede che le difficoltà esistono – basti pensare alle tante parole fatte sulle difficoltà dell’export di cereali dall’Ucraina dopo lo scoppio della guerra, o al fatto che il raccolto globale complessivo segni un calo notevole quantitativo – ma il Vecchio Continente non dovrebbe preoccuparsi “rispetto alle quantità di materia prima agricola” nei suoi confini.
Insomma, la produzione interna e gli stoccaggi sono a livelli consoni e adatti a reggere il consumo interno; anche se il fenomeno speculativo tuttora in atto continua a innescare aumenti e discese piuttosto sospette dei prezzi. Occorre inoltre sottolineare che il problema rischia di peggiorare sensibilmente qualora il conflitto dovesse protrarsi ancora a lungo nel tempo: le difficoltà di produzione dell’Ucraina andranno a influenzare la prossima stagione di raccolto e poi ancora quella successiva, causando un ingrandimento esponenziale della questione.
Secondo Patuanelli, “quello che manca è un approccio europeo paragonabile a quello che si è avuto in occasione della pandemia; il debito comune e gli strumenti comuni oggi su una crisi asimmetrica che colpisce in modo diverso i vari paesi vedo una minore unità di intenti. Credo che sia fondamentale una Energy Recovery Found, una tranche del debito comune con risorse da mettere a disposizione dei singoli paese per affrontare gli aumenti dei costi di produzione in modo più efficace e profondo e su questo si sta facendo ancora tropo poco”.