Tra tutte le polemiche montate intorno a Crazy Pizza, la discussissima pizzeria firmata Flavio Briatore, mai avremmo davvero pensato che alla fine il pomo della discordia potessero essere i fiori di plastica.
Avevamo immaginato, dopo l’ultima apertura napoletana, che i Napoletani si ribellassero alla pizza sottile e ultra chic di Briatore, o che si scandalizzassero per i prezzi non proprio alla mano del suo menu (come dite? è successo davvero?). Avremmo potuto immaginare, chessò, una rissa in pubblica piazza con tanto di intervento di forze dell’ordine tra Briatore e Gino Sorbillo, eterni rivali in nome del primato di pizzaiolo più rinomato della città (o almeno, così ci aveva fatto supporre il dissing tra i due, che se le sono dette di santa ragione prima che arrivassero Tony Effe e Fedez a insegnare agli Italiani come si litiga sui social). Di più: avremmo volentieri ironizzato – data la nostra natura dissaporesca – sulla possibilità di un arresto per danni procurati alla lingua italiana dopo il discorso di apertura di Flavio Briatore, giunto a Napoli per gridare alla folla buon appetito con la sua pizza ai pomodorini del Piennòlo.
Ecco, potevamo figurarci tutto questo. Ma mai e poi mai avremmo pensato che il primo problema di Crazy Pizza sarebbe stato il decoro pubblico, per di più causato dai (vistosi, bisogna dirlo) fiori di plastica.
La multa per le decorazioni floreali
Eppure, non davano per nulla nell’occhio, tutti quei fiori colorati all’ingresso del locale di via Veneto a Roma, che facevano sembrare il Crazy Pizza napoletano una sorta di succursale dell’Ariston durante il Festival di Sanremo. Chissà dunque com’è che i vigili della polizia municipale li hanno notati, e hanno deciso di multare la pizzeria perché quelle decorazioni così sobrie, secondo loro, sono abusive. Così, le autorità ne hanno chiesto la rimozione, con buona pace di chi di tanto in tanto passava di lì per prendere un mazzolino da regalare alla propria fidanzata.
Il tema – che in effetti in città era già scoppiato, visto che non tutti avevano apprezzato le decorazioni di plastica floreale – è quello del decoro urbano: secondo l’assessore al commercio del I Municipio Jacopo Scatà, quei fiori così vistosi non sarebbero conformi alle prescrizioni sugli edifici storici, come quelli che si trovano in quella zona della città.
Peraltro non è nemmeno la prima volta che Flavio Briatore si scontra con la burocrazia romana, che aveva già bloccato i tavolini esterni del locale, suscitando le ire dell’imprenditore che aveva tuonato: “In Italia è impossibile lavorare”. Aspettiamo dunque la sua reazione, sapendo che difficilmente, uno fumantino come lui, nei suoi cannoni ci metterà i fiori (nemmeno quelli di plastica).