412: questo il numero di ristoranti, bar e altri locali in Sardegna che hanno tirato giù la serranda a causa delle conseguenze del Covid-19 alla fine 2020 (ultimo dato disponibile). È quanto emerso durante il convegno “Quale è il futuro del turismo in Sardegna?”, primo congresso regionale della Fipe Confcommercio, in cui si è discusso delle prospettive del settore per l’estate 2022.
I dati non sono incoraggianti, vero: negli ultimi due anni si stima che i consumi persi ammontino a 56 miliardi, e le imprese chiuse ben 45 mila. Il cammino verso l’estate è ancora lungo, e toccherà tentare di sopravvivere affidandosi ai sostegni della cassa integrazione e vari incentivi, ma la bella stagione rappresenta un’occasione di ripresa da non sottovalutare. “Ci troviamo ad affrontare un inizio 2022 che ci porta nel nuovo anno con un novembre e dicembre disastrosi” ha spiegato il coordinatore regionale della Fipe, Emanuele Frongia, nel corso della riunione. “Molte aziende non hanno ancora visto accreditarsi quanto previsto nel fondo (R)esisto e Destinazione Lavoro. Non possiamo affrontare una stagione estiva in queste condizioni”.