26 milioni di persone costrette a rimanere in casa: è quanto sta succedendo a Shanghai, Cina, dove il lockdown anti Covid è ancora in pieno vigore. Dimenticatevi, però, le immagini idilliache di colazione e letto e pane fatto in casa. Tra i cittadini, infatti, si sempre più strada un sentimento di rabbia e tensione a causa dei problemi nell’ottenere carne, riso e altri generi alimentari essenziali, con supermercati online del tutto vuoti ed enormi ritardi nelle consegne.
Il malcontento è esploso soprattutto sui social media locali, come Weibo e WeChat, che fungono da megafono per la rabbia dei cittadini: in particolare, si sprecano i post sul cibo arrivato in ritardo e i commenti che criticano la gestione della pandemia, a più di due anni dal suo inizio. Critiche che, di fatto, mettono in imbarazzo il Partito comunista cinese proprio nell’anno in cui il presidente Xi Jinping aveva intenzione di puntare al terzo, inusuale mandato da 5 anni come leader del Paese.
Nella giornata di mercoledì 7 aprile i positivi in Cina sono saliti a 23107, di cui circa 20 mila a Shanghai. I funzionari locali, però, assicurano che la città ha cibo a sufficienza e non è a rischio carenza.