In Sud Corea stanno muovendo passi in direzione dell’alimentazione sostenibile e del novel food e l’ultimo risultato parla di “riso di carne“, un chicco arricchito con manzo coltivato. Si tratta di un alimento ibrido creato per essere più completo e sostenibile dal punto di vista nutrizionale e ambientale. Lo scopo è anche usarlo per fronteggiare la malnutrizione nei Paesi più poveri e non solo. In merito è stato pubblicato uno studio, che condividiamo.
Se da una parte c’è l’Italia che nasconde sotto il tappeto la necessità di trovare alternative (non solo etiche) al cibo che pian piano scarseggia e inquina, rifiutando categoricamente la carne coltivata, dall’altra c’è un mondo avanti anni luce in tal senso – e che compensa chi rimane indietro. La carne coltivata nei chicchi di riso ne è la dimostrazione: un carboidrato presente in grandi quantità che diventa al contempo proteina non impattante per l’ambiente.
Il riso di carne come futuro sostenibile (?)
L’idea di sviluppare un alimento ibrido ricco di nutrienti, utilizzando chicchi di riso con nano-rivestimento e cellule bovine, ha lo scopo di implementare un sistema alimentare più sostenibile dell’attuale. in pratica, ogni chicco è avvolto da un rivestimento commestibile composto da gelatina di pesce ed enzimi alimentari tra cui appunto la carne di bovino coltivata. Perché proprio il riso? Ebbene, si tratta di un alimento sicuro con una bassa incidenza di allergie, e ha un profilo nutrizionale nonché una struttura adatti alla coltura cellulare 3D.
Più precisamente si dovrebbe parlare però di “riso usato come scheletro per la coltivazione di cellule animali“, una novità di cui parlano i ricercatori presso la Yonsei University, sulla rivista Matter. Il genetista Michele Morgante dell’Università di Udine – membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei – spiega che “questa tecnica, a detta dei ricercatori coreani, permette alle cellule di crescere meglio e riduce il rischio di allergie alimentari“. Non solo: potrebbe essere utile ai soldati in guerra e agli astronauti in missioni spaziali.
Le perplessità sul progetto
I problemi da risolvere sono al momento ancora due: il primo è l’accettazione da parte del consumatore, che non è ancora del tutto abituato a sentir parlare di plant based o proteine coltivate, e ora si trova davanti a una novità assoluta molto particolare. Il secondo è che rimangono dubbi sul fatto che il riso sia la scelta giusta per arrestare la crisi ambientale, “considerando che – spiega Morgante – per quanto riguarda le emissioni di gas climalteranti, la sua coltivazione è seconda solo all’allevamento di bestiame“. Tuttavia, secondo le stime dei ricercatori coreani, per ogni 100 grammi di proteine prodotte, il riso ibrido comporta l’emissione di circa 6 chili di CO2, mentre la carne bovina ne produce quasi 50. Se commercializzato, il riso ibrido potrebbe costare circa 2,23 dollari al chilo contro i 14,88 dollari della carne bovina.
Che sapore ha il riso ibrido
Su Ansa leggiamo che i ricercatori hanno provato ovviamente a cuocere il riso di carne al vapore, con l’obiettivo di valutarne la gradevolezza e anche le proprietà. Il colore è rosa pallido (ricorda effettivamente quello della carne di vitello macinata), e ha una maggiore consistenza rispetto a quello tradizionale. Non solo: contiene l’8% in più di proteine e il 7% in più di grassi.
Quanto al gusto, il riso sperimentale che contiene più muscolo ha un odore che ricorda la carne bovina e le mandorle, mentre il riso sperimentale che contiene più grasso ha sentori di burro, panna e olio di cocco. per anticipare la probabile reazione dei tradizionalisti, cito il giornalista di Sky Tg24 Luigi Casillo, “rendiamoci conto che sviluppare e produrre il riso arricchito non significa smettere di fare il risotto“. E in effetti è esattamente così.