La Fipe ha ritenuto opportuno specificare che, a proposito del Coronavirus, per quanto riguarda i ristoranti non c’è nessun obbligo di misurare la temperatura, tranne che in alcune Regioni specifiche.
La Fipe ha ribadito che a differenza di quanto riportato da alcune testate giornalistiche, le nuove Linee Guida per la riapertura delle attività economiche, quelle aggiornate il 14 luglio e che trovate in allegato al Dpcm, non dicono da nessuna parte che sussista l’obbligo di misurare la temperatura corporea dei clienti negli esercizi di ristorazione.
Quello che viene detto in queste Linee Guida è che esiste la possibilità di rilevare la temperatura corporea se ritenuto necessario, impedendo fra l’altro l’accesso al locale da parte del cliente qualora, a seguito di tale misurazione, si rilevasse una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
La Fipe specifica, però, che le singole Regioni hanno sempre la possibilità di richiedere misure di prevenzione più restrittive: tutto dipende dalla curva epidemiologica presente in quella Regione.
Due esempi su tutti. Il primo è la Lombardia: qui esiste l’obbligo di misurare la temperatura dei clienti che consumano al tavolo (se vi interessano i riferimenti normativi, l’Ordinanza regionale è la n.580 del 14/07/2020, mentre qui trovate le Linee Guida).
Il secondo è il caso della Campania: tutti i ristoranti devono prendere la temperatura a tutti i clienti (in questo caso l’Ordinanza regionale è la n. 48/2020 del 17/05/2020, prorogata fino al 31/07/2020 tramite l’Ordinanza n. 62 del 15/07/20 e relativo protocollo regionale).
Ricordiamo, poi, che col Dpcm del 14 luglio 2020 è stato anche confermato l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi, ivi inclusi ristoranti, negozi e supermercati.