Coronavirus: il Fipe quantifica i danni alla ristorazione in 2 miliardi di euro e 20.000 posti di lavoro

Bene il passo indietro sulle limitazioni orarie ai locali, ma il comparto della ristorazione è ancora a rischio: a lanciare l'allarme è il Fipe, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi.

Coronavirus: il Fipe quantifica i danni alla ristorazione in 2 miliardi di euro e 20.000 posti di lavoro

2 miliardi di euro e 20.000 posti di lavoro: il Fipe quantifica con questi numeri i danni al settore della ristorazione per l’emergenza Coronavirus. Il dato della Federazione Italiana Pubblici Esercizi, in questi giorni di grande preoccupazione (anche economica) viene estrapolato registrando un calo delle presenze nei locali, con “punte fino all’80% fra restrizioni, crollo del flusso turistico e della domanda di consumi alimentari fuori casa”.

Per questo si applaude alla scelta di limitare le restrizioni orarie sull’apertura dei pubblici esercizi in Lombardia, come spiega Lino Enrico Stoppani, Presidente della Federazione: “Accogliamo con favore la scelta della Regione Lombardia di allentare le misure cautelative messe in campo per limitare gli affollamenti all’interno dei pubblici esercizi sul territorio di competenza. Eliminare le restrizioni sull’orario di chiusura per i bar e i pub che prevedono servizio al tavolo, a patto che sia rispettato il vincolo del numero massimo di coperti previsto, è un segnale molto positivo in ottica di una ripresa delle normali attività”.
“Tuttavia – prosegue Stoppani nella comunicazione ufficiale – chiediamo il supporto del Governo per la tutela di un comparto fondamentale per l’economia italiana, messo in ginocchio in tutto il territorio nazionale da questa grave situazione di crisi e che finora ha fatto la sua parte con grande senso di responsabilità attenendosi alle indicazioni delle autorità”.

“Se la situazione non cambia in fretta si parla di oltre 20.000 posti di lavoro a rischio. In gioco c’è l’attrattività turistica Italiana e per questo chiediamo ai Ministeri competenti l’adozione di strumenti che possano aiutare il settore a ripartire più in fretta possibile: sospensione delle tasse, come già successo in occasione di calamità naturali, l’istituzione di un fondo di contributi per i titolari dei pubblici esercizi obbligati a sospendere le attività e l’estensione del Fondo di Integrazioni Salariali per tutte le aziende del settore in conseguenza della riduzione dei flussi turistici e della forte contrazione della domanda interna”.