Non solo in Italia vengono annullate manifestazioni enogastronomiche a causa del Coronavirus (è successo con CioccolaTò a Torino, con la Fiera del Tartufo di Acqualagna e tante altre ancora): anche in Giappone, a Okinawa, è stata vietata la bevuta di gruppo dell’awamori.
La prefettura che fa capo a Okinawa ha infatti deciso di sospendere per quest’anno quest’antica tradizione che rischierebbe, a causa delle sue stesse modalità di svolgimento, di aumentare la diffusione del Coronavirus.
Praticamente la tradizione vuole che si assuma l’awamori, il tipico sake del posto, bevendo da un unico bicchiere che viene fatto passare da bevitore a bevitore.
E’ evidente come, in una situazione di pandemia come questa, permettere a più persone di bere dal medesimo bicchiere sarebbe pura follia. Per questo motivo la prefettura ha deciso di annullare questa pratica che, fra l’altro, ha anche l’effetto collaterale di aumentare notevolmente il tasso alcolico di tutti i partecipanti (l’otori).
La decisione non ha stupito nessuno: la zona di Okinawa a ottobre ha registrato parecchi contagi, tanto da diventare l’area giapponese in cui il numero di infezioni ogni 100mila abitanti è più alto. Persino Tokyo non ha raggiunto i livelli di Okinawa, con particolare riferimento all’isola di Miyakojima, l’isola famosa per i suoi locali.