Lasciare all’intelligenza artificiale il fardello creativo – pensare, provare, accorgersi degli errori, correggere, cambiare idea, dubitare della propria capacità intellettiva, piangere, pensare, provare… – è uno dei filoni più percorsi (e anche dei più deludenti) da quando ChatGPT ha fatto il suo primo, storico impatto nella vita di noi esseri biodegradabili. D’altronde, la prospettiva di risparmiare fatica e arrivare a combinazioni e creazioni nascoste all’intelletto umano – che ha il grande difetto della pigrizia, tra l’altro – fa gola a tutti: motivo per cui, in Corea del Sud, la GS25, ossia la principale catena di minimarket del Paese, ha affidato a un’IA la concezione di un cocktail ready to drink con l’intenzione di metterlo poi in vendita sui propri scaffali.
Il primo cocktail creato dall’intelligenza artificiale è in Corea del Sud
Badate bene – l’intelligenza artificiale in questione, un chatbot AI basato sull’ormai celebre modello di ChatGPT chiamato AskUp e sviluppato dalla startup AI Upstage, si è di fatto occupata di elaborare tutte le fasi di sviluppo del cocktail in quesitone: dal sopracitato processo creativo a quello decisionale (che immaginiamo, considerando la natura estremamente pragmatica di questi programmi, sia stato il punto di forza del processo), dalla scelta del gusto del drink alla stesura della sua stessa ricetta, passando perfino al nome del prodotto, al suo grado alcolico, al tipo di contenitore da utilizzare per la vendita e il suo prezzo al dettaglio.
Non è naturalmente la prima volta che il potenziale dell’intelligenza artificiale viene declinato in questa maniera – basti pensare a quanto accaduto appena un paio di settimane fa ad Austin, in Texas, dove uno chef ha provato a utilizzare ChatGPT per creare una ricetta con risultati tutt’altro che stupefacenti (dimostrando, ancora una volta, i limiti creativi dei bot di questo tipo).
Ma torniamo a noi – l’AskUp Lemon Sparkling Highball, ossia il cocktail ready to drink in questione ormai prossimo ad approdare sugli scaffali in Corea del Sud, è stato creato imboccando all’intelligenza artificiale prompt come “fornisci una ricetta per una deliziosa bevanda highball”, o ancora “come si deve progettare la lattina per questo drink?” e “quale fascia di prezzo è adatta per questo cocktail?”.
L‘obiettivo commerciale dell’iniziativa, stando a quanto lasciato trapelare, era quello di soddisfare un target giovane, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, che possa vantare un certo grado di dimestichezza (ma anche di fascino) con l’intelligenza artificiale e le sue declinazioni e che al contempo includesse la maggior parte dei consumatori di whisky highball.