Roma fa ciao ciao con le mani, con i piedi e tutto il resto al marchio Coop: l’insegna bianco e rossa rimarrà attiva infatti in soli sette punti vendita – quelli appartenenti alla cooperativa Unicoop Tirreno, di fatto – mentre tutti gli altri 54 passano alla Magazzini Gabrielli di Ascoli Piceno, proprietaria del logo Tigre. Stando a quanto lasciato trapelare dalle parti interessate il cosiddetto passaggio di consegne dovrebbe andare in porto verso la metà di aprile; mentre l’intero affare pare sia stato innescato dalle perdite di oltre 21 milioni di euro della Coop registrate nel corso del 2021 a ronte di un fatturato annuale di quasi 181 milioni.
Roma dice addio a Coop: i timori dei sindacati e le parole dell’azienda
A pagare il conto più salato della transizione potrebbero essere i circa 800 dipendenti, che si trovano impotenti e incerti a rischiare di rimanere macinati tra gli ingranaggi dell’operazione: nonostante sia bene notare che l’accordo dovrebbe garantire la continuità occupazionale del personale, infatti, è altrettanto importante sottolineare come le imprese non abbiano rilasciato alcuna dichiarazione a riguardo, alimentando così un clima di forte dubbio.
Non sorprende, dunque, che le organizzazioni sindacali locali abbiano preso un certo interessa nella vicenda: “Ci accerteremo che il datore mantenga le stesse condizioni garantite dal suo predecessore” ha spiegato a tal proposito Fabio Fois della Filcams Cgil. “Chiederemo assunzioni dirette per tutta la manodopera. In questi casi infatti non è raro che si appalti a terzi la gestione delle attività e del capitale umano attraverso strumenti come il franchising. Chi subentra ha la facoltà di ridurre salari e diritti. Inoltre ad alcuni potrebbe essere imposto il trasferimento che, se troppo lontano da casa, si tramuterebbe in dimissioni volontarie”.
Non è solo lo spettro della disoccupazione a preoccupare: c’è anche il nodo che riguarda la scelta del contratto nazionale. “Tigre applicherà quello della distribuzione moderna organizzata, diverso dall’attuale che copre le assenze per malattia con il pagamento del 100% dello stipendio per qualsiasi disturbo” spiega infatti Carlo Bravi, della Fisascat Cisl. “Il nuovo contratto invece concede molte meno tutele in cambio di appena 20 euro in più al mese in busta paga per gli inquadrati di quarto livello”.
Argomenti decisamente delicati e che, ci auguriamo, verranno trattati con la cautela e il rispetto che meritano soprattutto alla luce del caro vita attualmente in forze. Dal fronte Coop, nel frattempo, sembrano più impegnati a sottolineare come il marchio non sia intenzionato a salutare del tutto la Città Eterna: “Non abbandoniamo Roma” precisa l’azienda. “Nella Capitale l’insegna rimane con Unicoop Tirreno e con la proprietà di Doc Supermercati e Superconti, oltre che con il servizio di spesa on line Easy Coop di Coop Alleanza 3.0”.