New York diventa la prima città del mondo dove ristoranti e fast food sono obbligati a indicare il contenuto di sale presente negli alimenti.
L’inquietante immagine di una saliera bianca su triangolino nero parla chiaro: la pietanza supera i 2,3 grammi di sale (quantità giornaliera raccomandata) e dunque espone al rischio di malattie cardiovascolari, infarti e ictus. E come se non bastasse, ristoranti e fast food sono anche tenuti a esibire nel menu l’etichetta “troppo sale fa male“.
Secondo le statistiche il consumo di sale dei newyorkesi si attesta intorno ai 3,4 grammi di sale al giorno, ben più della media.
Tutto inizia nel 2013 con un sondaggio dell’assessorato alla salute cittadino. Risultato: 23,9% degli adulti newyorchesi soffre di ipertensione. Molte le concause, ma stando alle tabelle mediche la principale è l’assunzione eccessiva di sale.
I ristoranti di New York per mettersi in regola hanno tempo sino al primo marzo 2016, benché alcune catene come Applebee’s si siano già adeguate alle nuove normative.
Ma la questione dei menu salati sta diventando un caso nazionale dopo che la Nra (Associazione nazionale ristoranti, che rappresenta oltre 380.000 attività commerciali, una vera potenza) ha deciso di impugnare la decisione davanti a un tribunale sostenendo che imporre l’etichetta è illegale in quanto l’assessorato non ha i poteri per farlo.
A far approvare la legge dev’essere casomai il consiglio comunale della città americana.
Anche sull’onda di questa polemica viene da chiedersi cosa succederebbe se una decisione del genere, nata da una buona intenzione, cioè fornire ai consumatori informazioni nutrizionali trasparenti, venisse presa in Italia.
[Crediti | Link: NYC Gov]