Il 2021 si avvia verso la sua naturale conclusione sotto un grandissimo punto di domanda per ciò che porterà il futuro. Si teme, infatti, un ridimensionamento della crescita globale che chiaramente coinvolgerebbe anche l’Italia: a sottolinearlo è l’Ufficio Studi Confcommercio che, nell’ultimo numero di ‘Congiuntura Confcommercio‘, ha inoltre evidenziato come sul fronte dei consumi a novembre l’indicatore sia aumentato dell’11,6% rispetto allo stesso mese nel 2020.
Dovuto in primis a una crescita del 46,8% per i servizi e del 2,6% per i beni, è segno di una tendenza piuttosto marcata alla ripresa della domanda per i servizi, seppur la domanda delle famiglie continui a tenersi su livelli molto più bassi rispetto al 2019, tanto che gli esperti invitano a pazientare almeno fino alla fine del 2022. Considerando il capitolo PIL, invece, è stata segnalata una flessione negativa dello 0,3% rispetto al mese precedente, ma un aumento del 6,7% su base annua.
A preoccupare è anche la cavalcata dell’inflazione, che a dicembre ha fatto registrare un rincaro dello 0,3% su base mensile e dello 3,8% su base annua. Seguendo la media del 2021 i prezzi al consumo dovrebbero di fatto aumentare dell’1,9%, mentre nella prima parte del 2022 è prevista una crescita oltre la soglia del 4% che, chiaramente, ridurrà ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie.