I dati diffusi da Istat sui consumi di novembre 2021, relativi alle vendite al dettaglio parlano molto chiaro: c’è un calo complessivo sia in valore e in volume, e a soffrire la flessione più ingente è il reparto delle vendite di beni alimentari con una diminuzione dello 0,9% in valore e dell’1,2% in volume.
Numeri apparentemente piccoli, vero, ma che rappresentano i chiari segnali della situazione di difficoltà in cui versano le famiglie italiane. La diminuzione in tale comparto, infatti, è sintomo di un disagio piuttosto preoccupante che, date le numerose notizie circa i rialzi dei prezzi (e nemmeno più la colazione al bar si salva), potrebbe ancora peggiorare. Stando alle stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, infatti, nel 2022 i cittadini italiani si troveranno ad affrontare un aumento medio di 1228 euro annuo a famiglia; aumento che inevitabilmente andrà a esacerbare il solco della disparità sociale.
“Bisogna che il Governo raccolga i segnali di preoccupazione che provengono da questo andamento e dia risposte adeguate in termini di sostegno alle famiglie che hanno subito più duramente le conseguenze della crisi determinata dalla pandemia” ha commentato a tal proposito Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori, che invita a trovare soluzioni che si possano tradurre in “un rilancio occupazionale, in misure di contrasto alla povertà e alla povertà energetica, in una riforma fiscale che sia veramente equa e redistributiva e non tesa a privilegiare principalmente i redditi medio-alti”.