Più di un italiano su dieci (il 12%, a essere precisi) è pronto a rinunciare al pasto al ristorante in risposta al tasso di inflazione che, negli ultimi tempi, si è impennato ulteriormente. Dopotutto, se il costo della vita continua ad aumentare di mese in mese (e non temete: il peggio deve ancora arrivare) mentre gli stipendi continuano a essere gli stessi, è comprensibile che si debba abbassare i consumi e dire di no a qualche coccola per far quadrare i conti.
È quanto emerge da un’analisi redatta da Ismea-Nielsen che, per l’appunto, ha preso in esame le abitudini di consumo in ambito alimentare e le rinunce (o strategie) attuate dalle famiglie italiane per stemperare la bufera del caro prezzi. Oltre alla cena fuori, è emerso che un italiano su cinque si dichiara pronto a rinunciare agli spostamenti nel tempo libero e il 16% a ridurre le spese di vestiario, mentre il 70% degli intervistati (per darvi un’idea il bacino di utenza dell’analisi è di tremila famiglie) si rifiuta di rinunciare a un prodotto 100% italiano.
Continuano su questa linea, occorre anche sottolineare che circa un italiano su due non fa a meno dei prodotti DOP o IGP, o ancora con il bollino dell’agricoltura sostenibile o il marchio biologico. Cresce, invece, la tendenza a ricercare le promozioni e le offerte, la pianificazione degli acquisti in modo da minimizzare gli sprechi e l’attenzione al rapporto qualità/prezzo.