Anche ad ottobre, in controtendenza rispetto alla deflazione generale, crescono i prezzi al consumo di frutta e verdura. Nello specifico, il rincaro al dettaglio va dal 10% per la frutta al 5,4% per la verdura. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a ottobre che registra una spinta al rialzo dei prezzi alimentari dell’1,5% su base annua.
“Una accelerazione che riguarda al dettaglio sia gli alimenti lavorati che quelli non lavorati mentre i prezzi pagati agli agricoltori e agli allevatori spesso diminuiscono con le quotazioni riconosciute ai produttori che in molti settori – sottolinea la Coldiretti – non coprono più neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare nazionale. Con l’attuale emergenza l’invito alla distribuzione commerciale ed ai consumatori è quello di privilegiare sugli scaffali prodotti Made in Italy duramente colpiti dalla chiusura anticipata della ristorazione che ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento”.
Un drastico crollo dell’attività che – sottolinea la Coldiretti – pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori, come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.