È ancora scontro nel mondo delle consegne a domicilio per quanto riguarda i contratti (e i diritti) dei fattorini: adesso, dopo i rider, anche gli “shopper” hanno bocciato il contratto Cisl.
Facciamo un riassunto delle puntate precedenti: come ampiamente discusso in questo nostro articolo, numerose sigle sindacali, tra cui CGIL, CISL e UIL, non hanno sottoscritto l’accordo tra da UGL e AssoDelivery, che prevedevano alcune tutele per i rider , pur considerandoli ancora come lavoratori autonomi e non dipendenti.
Numerosi fattorini l’anno scorso hanno pertanto protestato in modo acceso in diverse città, chiedendo disperatamente un accordo a livello sindacale che garantisse loro alcune tutele in più. Adesso, secondo quanto riportato in un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, il sindacato Cisl avrebbe siglato un contratto (CCNL) destinato agli shopper, un’altra categoria sempre inerente agli acquisti a domicilio, pur ammettendo di non possedere ampia rappresentatività di categoria.
“A livello parlamentare, i maggiori sindacati nazionali sostengono la necessità di verificare la rappresentatività di ciascuna sigla associativa, con l’intento di concedere esclusivamente ai soggetti con il più alto numero di iscritti, in ciascun settore, la facoltà di negoziare e di sottoscrivere i contratti di lavoro ai quali lo Stato dovrebbe riconoscere efficacia erga-omnes“, viene riportato nell’inchiesta. Ma in questa circostanza, come fanno notare dal sindacato stesso, non risultano iscritti in tal senso.
“Il comportamento della Cisl nella fattispecie – sottolinea il Presidente nazionale Sna Claudio Demozzi – ricorda l’analoga vicenda del CCNL siglato da Anapa (sodalizio datoriale di gran lunga minoritario nel settore assicurativo agenziale) con Fisac-Cgil, First-Cisl e Uilca, sigle a loro volta scarsamente rappresentative, in termini di numero di iscritti, tra i lavoratori agenziali“.
Pertanto risulterebbe comprensibile l’immediata bocciatura dell’accordo sul contratto collettivo degli shopper, raggiunto pochi giorni fa tra la Fisascat Cisl e Assogrocery: gli stessi lavoratori hanno rispedito ai mittenti il testo, perché non soddisfaceva i loro requisiti, visto che anche nella nuova proposta si manteneva il sistema dei pagamenti a cottimo, non era prevista l’assunzione e concedeva tutele solo a certe condizioni.
[ Fonte: Il Fatto quotidiano ]