Più di 8.000 euro per assaporare un bicchiere di raro whisky invecchiato 139 anni, per poi scoprire di aver buttato giù un volgare alcol degli anni ’70.
E’ successo a Mr. Zhang Wei, miliardario cinese, nonché uno degli scrittori più noti nel suo paese che, in vacanza con la nonna a Saint Moritz, è stato attirato da una bottiglia di whisky del Devil’s Place, bar all’interno del Waldhaus am See hotel, che si vanta,con le sue 2500 bottiglie, di possedere la più grande selezione di whisky al mondo.
Qui, lo sguardo da appassionato di Zhang ha adocchiato una bottiglia di whisky Macallan single malt datata 1878.
Preso da istantanea bramosia, il miliardario cinese non ha esitato a mettere mano al portafoglio per gustare un sorso di quella rarita: del resto, era in vacanza, i suoi ricavi annuali si aggirano sui 16 milioni di dollari l’anno e come se non bastasse, il 1878 è l’anno di nascita della bisnonna.
Tutti buoni motivi per sborsare senza esitazioni 9.999 franchi svizzeri —circa 8.000 euro— per un bicchiere del rarissimo whisky.
E’ stato lo stesso direttore dell’hotel, Sandro Bernasconi, a servire il facoltoso cliente il liquido prezioso, non dimenticando di degustarne un bicchiere anche lui, per non fare bere in solitudine il miliardario cinese.
Più tardi Zhang ha affidato al web il suo commento, con tanto di foto della bottiglia, affermando che “aveva un buon sapore”.
Ma dal web, dove certo non mancano gli intenditori, anche più scafati del miliardario cinese, sono arrivati prima i dubbi, poi le certezze: quella bottiglia è falsa.
Qualcuno ha addirittura contattato l’hotel e Bernusconi, che ligio al dovere, ha assoldato una società di consulenza per valutare l’autenticità della bottiglia.
Risultato? Un’analisi a base di carbonio ha svelato che la bottiglia incriminata conteneva liquore, e quel liquore non risaliva a 140 anni fa ma ai più vicini anni ’70, e vista la composizione, 60% di malto e 40% di grani vari, non era nemmeno “single malt”.
Mortificato, il direttore dell’albergo ha detto che la bottiglia era stata acquistata 25 anni prima da suo padre, all’epoca direttore dell’albergo, e per mantenere il buon nome del locale non ha esitato non solo a rimborsare il miliardario cinese di quanto ingiustamente sborsato, ma è addirittura volato fino in Cina per poterlo fare di persona.
Se non è etica professionale questa.
[Crediti | Bbc]