Come una pizzeria di Varese truffava tramite POS, rubando ai clienti centinaia di Euro

Una pizza pagata quasi 1000 euro, in questa pizzeria d'asporto dove - guarda un po' - il pos creava sempre problemi: sono in corso le indagini per truffa.

Come una pizzeria di Varese truffava tramite POS, rubando ai clienti centinaia di Euro

Incredibile come in Italia si passi da un estremo all’altro, in tutti i campi e ambiti e soprattutto nella ristorazione. In una pizzeria di Varese erano soliti truffare tramite POS il cliente pagante: a fine mese, uno di loro in particolare ha visto nelle voci-spesa una pizza da quasi 1000 Euro. Al momento sono in corso le indagini a carico del titolare, ma i dubbi sono ben pochi: c’è chi rifiuta il pagamento con carta di credito per varie ragioni e chi invece lo accetta in maniera fin troppo zelante.

Per la precisione, la vicenda si svolge nella provincia lombarda, a Busto Arsizio, in una nota pizzeria d’asporto con un giro consistente di clienti fissi e fedeli. Quasi amici. Il sospetto che qualcosa non andasse – si legge sulle indagini de La Prealpina – è arrivato dalla moglie di uno di questi ultimi, la quale si è insospettita per le spese di casa eccessivamente alte e conti da ristorazione che nemmeno Uliassi farebbe. Le indagini per truffa, sono in corso.

Da “no-pos” a “troppo-pos”: creste di centinaia di Euro

I conti salatissimi contestati dal cliente risalgono al periodo tra marzo e giugno 2021, quando si accorse di aver oltrepassato di ben cinquemila Euro il limite mensile: la cifra ammonta a 6500 Euro extra. Urca, impossibile mangiare un paio di volte fuori casa e pagare le pizze quella cifra… a meno che non si faccia pagare una margherita 966 Euro.

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Come è potuta accadere una cosa del genere? Dopotutto, al cliente resta in mano lo scontrino soprattutto se il pagamento è stato effettuato tramite carta di credito. Il mistero è svelato: il ristoratore ha fatto il furbo e ha usato la scusa del POS rotto (mal funzionante, il classico “problema di linea” per cui a volte è necessario rifar tutto) per far ripetere più volte il pagamento – facendo immettere sempre il pin – senza annullare le transazioni spacciate come negate o non andate a buon fine. Quindi lo scontrino in mano al cliente riportava la cifra corretta, mentre in realtà era stata già addebitata molte volte a sua insaputa.

Il ristoratore era già noto alle Forze dell’ordine

A quanto pare, sempre dalle ricostruzioni de La prealpina, il titolare della pizzeria d’asporto era già noto alle Forze dell’Ordine in qualità di consumatore abitudinario di stupefacenti. Si parla anche di amicizie equivoche nonché di condanne e segnalazioni per reati contro il patrimonio, per furto e reati contro la pubblica amministrazione.

Fonte: La Prealpina
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