Mi piacerebbe vivere in una casa di cioccolato?
Non ho mai preso in considerazione l’ipotesi, credo possiate capire perché. Ma è il momento di pensarci perché su Booking la casa di cioccolato è (era) davvero disponibile, a 50 euro a notte.
Si trova nel palazzo di vetro de L’Orangerie Ephémère, museo Cité de la Ceramique di Sèvres, il comune della porcellana, nella Francia settentrionale.
Diciotto metri quadrati quasi interamente edibili per cui sono state impiegate 1,5 tonnellate di cioccolato, forgiato dalle mani del maître chocolatier Jean-Luc Decluzeau, specializzato in sculture di cioccolato (suo anche il modello che riproduce la torre Eifel).
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Carina e accogliente, rilassa da par suo lo stanco sciatore con camino, librerie, lampadario, lavandino… di cioccolato. Perfino lo stagno con le anatre e i fiori è di cioccolato.
Incredibile, vero? Ma a quegli impiccioni di Quartzy (più di) una domanda è sorta spontanea. Per fortuna la rivista americana Forbes sembra avere tutte le risposte.
1) La casa di cioccolato non si scioglie?
No, è stata costruita in un luogo dal clima condizionato, e ora si trova all’interno di una casa di vetro, inattaccabile dagli insetti.
2) Ma anche i pavimenti sono di cioccolato? Perché se fosse così, sai lo sporco.
No, infatti, pavimenti e letto non sono di cioccolato.
3) Va bene però tutti quegli oggetti di cioccolato non appiccicano?
No, perché quasi tutti gli oggetti presenti nella casa sono ricoperti da un sottile strato di vernice, quindi prendendo un ciocco di legno o sedendosi mani e vestiti non si sporcano.
4) Ma se gli oggetti sono verniciati, che gusto c’è a vivere in una casa di cioccolato?
Il gusto c’è perché all’interno si trovano comunque alcuni oggetti commestibili.
5) Uhm, il bagno è di cioccolato?
Forbes non entra nel dettaglio ma sulla base delle evidenze fotografiche disponibili sul web sembra proprio di no.
E siamo alla madre di tutte le domande:
6) Sarebbe bello vivere in una casa di cioccolato come questa?
Risposta A: ecco l’argomento più convincente a favore della tesi: la casa di cioccolato sembra essere davvero accogliente, più accogliente di buona parte delle case non di cioccolato. Mica male avere a disposizione camino, giardino e coniglietti che ti accolgono sul sentiero dopo una lunga giornata di lavoro, osserva l’arguto Quartzy.
Senza dimenticare che il cioccolato è biodegradabile, quindi una scelta ecologica, soprattutto quello equo e certificato dalla Rainforest Alliance. Poi, metti che ti venga fame: puoi mangiare un libro o un candelabro, semplicemente. Ammesso e non concesso che la scorta di libri al cioccolato sia infinita.
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Risposta B: il vero svantaggio è il bagno. Ma si può vivere felici anche con un bagno realizzato a pochi metri di distanza (per un po’).
Il punto, ovviamente, non è se e quanto sarebbe bello vivere in una casa di cioccolato, ma pensare che sia possibile evadere per un po’ dalle nostre case fatte di mattoni e che per farlo basti andare su Booking.
[Crediti | Forbes, Quartzy]