Com’è il “pane di Cristo” che un fornaio tedesco si è messo a fare

Spinto dalle centinaia di citazioni del pane nella Bibbia, il sommelier del pane tedesco Matthias Schwehr ha fatto ricerche su ricerche per ricreare la focaccia mangiata ai tempi di Gesù. E abbiamo anche la ricetta per provare a farla in casa.

Com’è il “pane di Cristo” che un fornaio tedesco si è messo a fare

Mangereste un pane vecchio di 2.000 anni? Presumiamo di no. Non temete, nessuno si è messo a farlo. Quello che invece è successo è che un panettiere tedesco ha fatto ricerche su ricerche, con l’aiuto di vari enti e di libri secolari, allo scopo di ricreare il Brot Christi, il pane di Gesù. Il fornaio-ricercatore è Matthias Schwehr, sommelier del pane tedesco che adesso vende la pagnotta azzima nel suo forno (e per accaparrarsene una, è anche il caso di prenotare online).

Rivive il pane di Gesù dopo migliaia di anni

Pane di Cristo

Ieri si è celebrata la Giornata mondiale del pane, simbolo per eccellenza di millemila concetti astratti: del guadagno, del cibo in quanto tale, ma anche del corpo di Cristo. Così, dopo tanto studio, un fornaio della Germania sud-occidentale avrebbe ricreato il pane che si mangiava ai tempi di Gesù di Nazaret.

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Siamo a Endingen am Kaiserstuhl, cittadina tedesca di 9.000 anime. Qui Matthias Schwehr, sommelier del pane e proprietario dell’omonimo panificio, ha ridato vita alla pagnotta azzima che si mangiava migliaia di anni fa in Medio Oriente. La Germania è un Paese fortemente vocato all’arte bianca e si stima vengano sfornate oltre 3.000 varietà differenti di pane al giorno; ma un panificato del genere di certo non si era mai visto. “Mai” per modo di dire, visto che parliamo di un prodotto in uso non meno di 2.000 anni fa nelle zone dove è nato il cristianesimo.

Com’era il pane ai tempi di Gesù Cristo?

La curiosità di Schwehr è stata mossa dalle centinaia di citazioni del pane sulla Bibbia (si parla di oltre 260 occorrenze della parola), che lo hanno spinto a scavare più a fondo per risalire, in un modo o nell’altro, alla ricetta per replicarlo. Nella sua missione archeo-gastronomica non è stato solo: a supportarlo si sono messi enti academici, religiosi e quant’altro, tra cui l’Università di Mannheim, il Museo del pane di Ulm e l’Arcidiocesi di Friburgo.

Il responso? Prevedibile: il pane di Gesù era (e ora è di nuovo) una focaccia azzima preparata con farina di frumento o d’orzo, acqua e sale. D’altronde il pane azzimo è quello della Pasqua ebraica (e Gesù, lo ricordiamo, apparteneva a questa religione), nonché quello usato, secondo i Vangeli sinottici, da Gesù nell’Ultima Cena. Se proprio siete curiosi, vi diamo anche la ricetta: un chilo di farina, 570 ml di acqua e poco sale, per un impasto da cuocere per 15 minuti. Aspettatevi di ottenere un prodotto secco, che indurisce velocemente. E se la curiosità di provarlo vi spinge addirittura a Endingen am Kaiserstuhl, passate prima sul sito del forno per prenotarlo online – quando si dice “la tradizione incontra l’innovazione”.