Dopo il granchio blu e il gambero rosso della Louisiana, un’altra specie invasiva è stata segnalata in Italia. E questa volta non possiamo cavarcela semplicemente mangiandola o mettendola dappertutto come stanno facendo con il granchio blu, incluso il tiramisù e la pizza della discordia fra Sorbillo e Corelli. Questa volta la specie invasiva è un insetto, la formica di fuoco (che fa tanto Hunger Games in versione A Bug’s Life): avvistata in Sicilia, mette a rischio colture e bestiame. E anche l’uomo.
Come ci è finita in Sicilia la formica di fuoco?
Il nome scientifico della formica di fuoco è Solenopsis invicta e, tecnicamente, è originaria del Sud America. Tuttavia la si trova anche in Cina, negli Stati Uniti, in Taiwan e in Australia. Aveva provato a colonizzare anche la Nuova Zelanda, ma in qualche modo qui sono riusciti a eradicarla.
Dunque cosa ci fa in Sicilia? In realtà salta fuori che nella zona in cui è stata confermata la presenza, le formiche rosse ci sono almeno sin dal 2019. Secondo Mattia Menchetti dell’Istituto spagnolo di Biologia evoluzionistica, coordinatore dello studio su tali formiche in Sicilia, questi insetti sarebbero arrivati qui da noi probabilmente via nave (esattamente come successo con il granchio blu).
In uno studio pubblicato su Current Biology, si ipotizza che che il punto di ingresso di queste formiche in Italia sia stato il porto di Augusta, che dista pochi km dal punto delle segnalazioni.
Lo studio ha anche sottolineato come questa formica potrebbe diffondersi via navi anche in altri porti, aumentando così la sua presenza in altri paesi e continenti. E i cambiamenti climatici molto probabilmente favoriranno tale espansione.
Il problema è che la formica di fuoco è invasiva, aggressiva e onnivora. Questo vuol dire che può facilmente attaccare le radici della pianta, distruggendo intere coltivazioni e campi. Ma può aggredire anche il bestiame. Il fatto è che la sua puntura è estremamente velenosa, tanto per gli animali quanto per l’uomo.
Come sintomi della sua puntura abbiamo:
- sensazione immediata di forte bruciore
- edema della parte
- formazione di pustole che persistono per più giorni
- vertigini
- capogiri
- dolore toracico
- nausea
- sudorazione
- ipotensione
- difficoltà respiratorie
- reazioni allergiche
- shock anafilattico
Il suo veleno è capace di provocare gravi danni agli animali, potenzialmente anche uccidendoli (soprattutto i capi più giovani o deboli). Inoltre le formiche e i relativi formicai possono danneggiare le piante e le infrastrutture, causando anche crolli.
Per questo motivo adesso verrà attivato un piano di monitoraggio ed eradicazione, basandosi su quanto fatto in Nuova Zelanda e su quanto si sta facendo in Cina.