Per la prima volta in un decennio le esportazioni agroalimentari Made in Italy in Gran Bretagna risultano in calo: secondo Coldiretti le cause sono da ricercare negli effetti della Brexit. In particolare, i maggiori freni sono nelle difficoltà burocratiche e amministrative delle nuove procedure doganali, nell’aumento dei costi di trasporto e nella carenza di autotraportatori.
Coldiretti sottolinea l’importanza per il commercio italiano del mercato della Gran Bretagna, che è il quarto partner commerciale in assoluto per cibo e bevande. Dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono i derivati del pomodoro, pasta, formaggi, salumi e olio d’oliva. Importante anche il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano. Ciononostante, il primo semestre del 2021 sottolinea un calo notevole nelle esportazioni agroalimentari, e in particolare modo nel caso della pasta, con i cittadini inglesi che dicono addio a un pacco di pasta italiana su quattro.
Una delle conseguenze più pericolose di questa crisi potrebbe essere l’arrivo di cibi e bevande extracomunitarie non conformi agli standard sicurezza Ue ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari Made in Italy. Secondo le analisi di Coldiretti, infatti, “La Gran Bretagna potrebbe infatti diventare il cavallo di troia per l’arrivo del falso Made in Italy che nel mondo fattura 100 miliardi e che vedono tra i maggiori contraffattori gli Usa, con i quali gli inglesi stanno negoziando un accordo commerciale privilegiato, ma anche il Canada e l’Australia che fanno parte del Commonwealth.”