Anche i giganti piangono: in tempo di coronavirus la crisi colpisce tutti, Coca-Cola inclusa. Il colosso del beverage ha presentato il bilancio 2020: ricavi netti di 33 miliardi di dollari e un utile operativo di 8.997 miliardi di dollari, non male in termini assoluti, ma una caduta a picco rispetto all’anno precedente, l’11% in meno rispetto al 2019. La causa è ovviamente la pandemia, che tra la primavera e l’autunno dello scorso anno ha portato alla chiusura forzata di molti locali pubblici in tutto il mondo. L’altro canale principale, quello delle vendite dirette ai consumatori, ha tenuto botta ma non è stato in grado di compensare la pressione.
I ricavi netti sono scesi del 5% nel quarto trimestre 2020, in recupero rispetto ai trimestri precedenti. Il volume globale è diminuito del 3% nel quarto trimestre e del 6% per l’intero anno. Non tutti i settori però sono andati nello stesso modo, non tutti i marchi: quello principale, su cui si sono concentrati gli sforzi della multinazionale, è addirittura cresciuto del 4%, al traino specificamente della Coca zero. Acque minerali e bibite per lo sport sono invece scese dell’11%, e peggio è andata a tè e caffè, penalizzati dalle chiusure dei negozi della catena Costa Coffee, la seconda più grande del mondo dopo Starbucks, acquisita da Coca-Cola Company nel 2018.
“Siamo ancora agli inizi del processo di vaccinazione e ci aspettiamo di vedere ulteriori miglioramenti nella nostra attività man mano che la vaccinazione si diffonderà nei prossimi mesi”, ha comunicato il CEO James Quincey. “È chiaro che il ritmo di diffusone e la disponibilità dei vaccini sarà diversa in tutto il mondo e quindi probabilmente vedremo un certo livello di recupero asincrono a seconda sia della distribuzione del vaccino che di altri fattori macroeconomici”, ha aggiunto. “Ci aspettiamo di ottenere utili per il 2021 pari o superiori ai livelli del 2019”, ha concluso il CFO John Murphy.
[Fonte: Efanews]