Coca Cola ha organizzato una “masterclass di greenwashing”?

Coca Cola tenta una ritirata silenziosa, furtiva, ma non abbastanza da eludere l'attenzione degli attivisti. La sentenza è lapidaria: una "masterclass di greenwashing".

Coca Cola ha organizzato una “masterclass di greenwashing”?

Nel silenzio della furtività, secondo la legge dell’occhio non vede cuore non duole. Qualcuno, però, ha visto. Coca Cola avrebbe deciso di abbandonare l’obiettivo di raggiungere il 25% di imballaggi riutilizzabili entro il 2030. Decisione presa in maniera silenziosa, nascosta, ma comunque abbastanza rumorosa da avere attirato qualche attenzione.

Una “masterclass di greenwashing“, l’hanno definita gli attivisti. La questione è piuttosto semplice: nel 2022 l’azienda promise che entro il 2030 avrebbe venduto il 25% dei propri prodotti in bottiglie di vetro o in plastica riutilizzabile.

Nello stesso anno Coca Cola è stata eletta (ancora una volta) come la principale produttrice di plastica al mondo. Un primato che, tra le altre cose, le è valso la poltrona di sponsor al Cop27, summit sul clima delle Nazioni Unite.

La ritirata furtiva, o “masterclass”

Coca Cola bottiglia

Vale poi la pena sottolineare che, appena un anno più tardi (siamo nel novembre del 2023), l’azienda nostra protagonista – così come Danone e Nestléera stata denunciata alla Commissione europea per greenwashing. L’accusa era semplice: le bottiglie in plastica a marchio Coca Cola non sono mai state realizzate interamente con materiali riciclati, nonostante il colosso delle bibite sostenesse il contrario.

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Torniamo a noi, dunque, e all’obiettivo con scadenza 2030. La pagina che delineava l’impegno in questione è semplicemente scomparsa dal sito: una ritirata furtiva, per l’appunto. Tra gli obiettivi di imballaggio ora si legge che l’azienda “mirerà a utilizzare dal 35% al ​​40% di materiale riciclato negli imballaggi primari”, e tenterà di “aumentare l’uso di plastica riciclata al 30%-35% a livello globale”.

L’obiettivo precedente era di “utilizzare il 50% di materiale riciclato entro il 2030”. La manovra, dicevamo, non è sfuggita agli attivisti, e la loro sentenza è giunta rapida e lapidaria: “Tutto questo non fa altro che rafforzare la reputazione dell’azienda come il principale inquinatore di plastica al mondo”, ha affermato Von Hernandez del gruppo Break Free from Plastic.

“Si tratta di una masterclass di greenwashing” ha continuato Hernandez. “Hanno abbandonato i loro obiettivi e scelto di inondare il pianeta con ancora più plastica. Se non riescono nemmeno a mantenere la parola data, come possiamo prenderli sul serio quando dichiarano di volere affrontare la crisi globale della plastica?”