Coca Cola ha comprato le caffetterie Costa dopo un accordo con la britannica Whitbread Plc. Si tratta della rivale storica di Starbucks, cioè la seconda catena di caffè più grande del mondo ma anche la più grande del Regno Unito.
Il board di Whitbread ha accettato di vendere Costa a una prezzo pari 16 volte gli utili lordi realizzati nel 2017, e a molti zeri in più di quando l’aveva acquistata nel 1995, con solo 39 punti vendita per 19 milioni di sterline.
La catena di caffetterie è stata fondata nel 1971 dai fratelli Sergio e Bruno Costa, italiani immigrati da Parma in Gran Bretagna, che approdarono a Londra negli anni ’60 e aprirono una torrefazione a Lambert per rifornire i ristoranti locali e i negozi specializzati in caffè tostato italiano.
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Lo sorso 31 marzo Costa, presente in 32 Paesi con 3.800 punti vendita, cui si aggiungono 8mila “macchinette” del self service, aveva chiuso il bilancio evidenziando ricavi per 1,292 miliardi di sterline, rispetto a 1,202 miliardi dell’anno precedente, mentre il margine operativo lordo era pari a 238 milioni di sterline rispetto ai 231 milioni dell’anno precedente.
Evidenti i motivi che hanno spinto Coca Cola verso l’investimento: invadere il campo di Starbucks a pochi giorni dall’accordo con cui Nestlé è riuscita ad ottenere di commercializzare in tutto il mondo i prodotti della catena di caffetterie che a giorni debutterà in Italia.
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“Quello delle bevande calde è uno dei pochi segmenti nel quale non abbiamo marchio globale” –ha detto James Quincey, al timone di Coca Cola da un anno– “. Costa ci dà accesso a questo mercato attraverso una piattaforma del caffè veramente forte”.
[Cresiti | The Guardian]