Tutto come previsto: da parte di Coca Cola arriva il blocco degli investimenti e assunzioni in Italia a causa di Sugar Tax e Plastic Tax. Secondo Giangiacomo Pierini, Public Affair&Communication Director, a causa della combinazione di queste due tasse, Coca-Cola HBC Italia avrà a che fare con un ricarico di 160 milioni.
Se a questo associamo il costante calo nel corso degli ultimi dieci anni del consumo di bibite gassate (si parla di un -25%), cosa che ha obbligato l’azienda a puntare su altri prodotti come le bibite vegetali, ecco che adesso, per tamponare la perdita che Sugar Tax e Plastic Tax provocheranno all’azienda, la Coca Cola ha dovuto ricorrere a una strategia che si basa su due punti cardine:
- blocco dei 49 milioni di investimenti previsti per il 2020 in Italia
- stop a tutti i piani di assunzione
Ma c’è di più: a rischio di chiusura sono anche diversi stabilimenti. Particolarmente interessati potrebbero essere quello di Marcianise in Campania e quello di Oricola in Abruzzo, più piccoli rispetto a quello di Nogara in Veneto. Problemi ci saranno anche per la Fanta: la ditta sostiene che dovrà per forza acquistare arance dall’estero e non dalla Sicilia.
Ma Coca Cola non è l’unica che corre ai ripari. Anche il Gruppo San Pellegrino ipotizza un calo del 7% sull’acqua minerale e del 14% sulle bibite: questo farà sì che anche questa azienda debba rimodulare gli investimenti nel nostro paese. Dal canto suo, invece, Ferrarelle auspica una soluzione sostenibile e ha annunciato che si adopererà per crere bottiglie con il 50% di materiali riciclati.