Circa duecento animali da allevamento bloccati su di un isolotto nel bel mezzo del Danubio, senza cibo e senza modo di affrontare le acque impetuose, circondati dalla fame e dal freddo. Ma come è potuto succedere? La questione, a onore del vero, è piuttosto semplice: normalmente gli animali vengono portati a Krcedinska Ada (questo il nome dell’isola in questione, a circa 50 chilometri da Belgrado, in Serbia) durante l’arco primaverile ed estivo per pascolare in serenità.
Quest’anno, complici le temperature insolitamente calde fino a una manciata di settimane fa, gli allevatori hanno ritenuto opportuno lasciare i propri capi sull’isola un po’ più a lungo del solito. Poi il pasticcio: le acque del Danubio prendono a salire inesorabili, la chiatta che veniva utilizzata per portare gli animali a riva non è disponibile, l’inverno comincia a bussare con prepotenza.
Duecento animali, una sola isola
Al momento in cui le acque del Danubio hanno cominciato a ingrossarsi, riducendo drammaticamente lo spazio a disposizione, sull’isola si trovavano 97 mucche, quaranta vitelli e settanta cavalli. Stando a quanto lasciato trapelare dai funzionari del Ministero dell’Agricoltura serbo, la quasi totalità dei capi rimasti intrappolati a Krcedinska Ada sono di proprietà privata.
Le coste dell’isola si trovano a circa tre chilometri di distanza dalla riva. “Le mucche hanno perso circa 50 chili ciascuna… alcune moriranno” ha spiegato Milenko Plavsic, uno dei proprietari degli animali in questione, ai colleghi di Reuters.
Nelle ultime ore le autorità locali hanno dato il via a un’operazione di salvataggio: il corpo forestale ha messo a disposizione un rimorchiatore e una zattera fluviale recintata in modo tra traportare gli animali sulla terraferma in condizioni di sicurezza.
Le operazioni di soccorso, tuttavia, si sono rivelate più complicate di quanto previsto, con molti animali che si rifiutavano di salire a bordo della zattera. “Non è facile trasportare cavalli e mucche che sono in pessime condizioni” ha spiegato Marko Marinkovic, funzionario forestale, ai giornalisti presenti. “Se non dovessimo riuscire a finire entro la giornata di oggi riproveremo domani”.
La cosiddetta pietra dello scandalo, come già accennato in apertura di articolo, è l’imprevedibilità delle condizioni climatiche. A portare gli allevatori locali verso un falso senso di tranquillità, come anticipato, sono state le temperature atipiche negli ultimi mesi dell’anno precedente – le stesse temperature che hanno eventualmente portato a un aumento significativo dei livelli d’acqua del Danubio a causa dello scioglimento delle nevi a monte. Nel corso dell’ultima settimana, tuttavia, il clima temperato ha lasciato il posto a spazzate di neve e gelo su tutta la regione balcanica.