C’è una tendenza allarmante riportata dal The Guardian: già ne parlammo a gennaio ma ora più che mai il cioccolato contenente funghi allucinogeni – e altri dolciumi/prodotti alimentari a base di cannabinoidi – finisce per essere mangiato dai bambini. Le cause sono fondamentalmente tre, riassumibili così: scarsa attenzione dei genitori, troppa pubblicità sui social, packaging attraenti in stile Willy Wonka.
Uno dei primi casi risale al 2022, quando in Florida un un bambino di sei anni è stato portato d’urgenza al pronto soccorso, con una strana sintomatologia. Il medico ha riportato letargia e sonnolenza, per poi scoprire che c’era di mezzo un particolare cioccolato appartenente ai genitori del bimbo. Il piccolo ne aveva inghiottito un’intera tavoletta, ignaro che contenesse psilocibina ovvero l’ingrediente attivo dei funghi allucinogeni. E, in una tavoletta del genere, ci sono ben 4 grammi di funghi. La barretta in questione è popolarissima nel mercato psichedelico, così come caramelle gommose e altri dolciumi della stessa tipologia.
Nel 2023, nella Pennsylvania Amish, un bambino di tre anni ha mangiato la barretta di cioccolato psicoattiva appartenente all’adulto che lo aveva in affidamento. Nel Tennessee, parecchi studenti delle scuole medie sono stati ricoverati in un ospedale locale dopo aver ingerito cioccolato ai funghi. Innegabile ci sia una costante.
Quando la legalità può ledere i bambini
Sono anni che si discute sulla legalizzazione della cannabis, negli Stati Uniti così come qui in Italia, ma è necessario badare ad ogni aspetto che una decisione favorevole in merito andrebbe a toccare. Ovvero, se i sottoprodotti della cannabis e dei funghi allucinogeni sono confezionati ad arte in modo che un bambino possa esserne attratto, e in packaging facili da aprire o scartare, allora c’è un grosso problema. Un po’ come quando si producono pastiglie per la lavatrice del tutto simili a dolcetti o caramelle.
Il rischio, poi, non riguarda solamente il sovraddosaggio di allucinogeni in sé – anche se una corporatura minuta come quella dei bimbi manifesta una sintomatologia più pesante – bensì le conseguenze delle allucinazioni. Queste visioni possono essere pesantissime, da dover intervenire con la sedazione.
Colpa (anche) dei Social Network
Il dott. Daniel Sudakin – tossicologo dell’Oregon che ha istituito cliniche terapeutiche in tutto lo stato per gli effetti della psilocibina – riferisce al The Guardian di aver “notato un numero inquietante di post su Instagram, che promuovono la vendita di cioccolatini/caramelle alla psilocibina in vendita. In questo modo è inevitabile che questi prodotti finiscano nelle mani sbagliate”.
Vero è che i social media sono teoricamente regolamentati e vietati ai minori, ma – diciamoci la verità – nella realtà pratica le cose non stanno così e i bambini accedono spesso a questi mezzi di comunicazione. Alla base, dunque, non può che esserci in primis l’attenzione da parte dei genitori anche e soprattutto a fronte di poca sensibilità da parte delle aziende.
Il problema non è il prodotto
Il consumo di alimenti allucinogeni è antichissimo e “normale” – recentemente gli archeologi hanno scoperto in Perù una birra psichedelica. Nonostante il loro effetto, in grado di espandere la mente per divertimento e (più recentemente) anche per scopi terapeutici, cannabis e funghi allucinogici (“magici”) sono relativamente sicuri. Come altri psichedelici, i funghi magici generalmente non sono considerati dipendenza. Il vero problema, come accennato, è il marketing legato al prodotto: il mercato psichedelico è emergente, normalizzato ma non regolamentato.