Criticato dai puristi perché oltremodo commerciale, con qualche stand improbabile piazzato qua e là che fa strabuzzare gli occhi (quest’anno l’Oscar va al Mulino Bianco con Pane+Cioccolato) CioccolaTò resta un evento grandi numeri che non può essere ignorato.
All’urlo di “Chocolate Exploit’, il tema di quest’anno, avrete ancora qualche giorno per scoprire la tradizione cioccolatiera locale e internazionale, ma soprattutto per degustare e imparare, grazie a un programma molto denso.
CHOCOLATE SHOW
Cosa succede a CioccolaTò 2015? Piazza San Carlo, affacciata su via Roma, diventa il Polo Cioccolato e si riempie di stand, ognuno dedicato a un produttore.
Presenti le maggiori aziende produttrici: Caffarel, che quest’anno festeggia il 150esimo anniversario del suo gianduiotto, Eraclea, Domori, Perugina, Pernigotti, Pastiglie Leone, Sperlari, Streglio e Venchi, ma anche produttori equosolidali come Alce Nero, o Gluten Free e Vegan (ormai, si sa, si fa di necessità tendenza) come Probios.
Senza dimenticare lo spazio Boutique, con le eccellenze internazionali dal Belgio alla Germania.
Una breve passeggiata tra gli stand e si rimane frastornati dai luccichii di carte dorate e argento, dalle tavolette al peperoncino a quelle aromatizzate alla canapa, dai cioccolatini ripieni di champagne a quelli 90% cacao per i palati duri e puri.
Un mercato all’aperto, insomma, di quelli che solo a guardare ti viene voglia di essere milionario per spendere tutto in apporto glicemico.
Peccato che, con il passare degli anni, non ci sia un grande ricambio di aziende: restano quelle storiche, i colossi, che ovviamente non possono mancare, mancano molti dei cioccolatieri torinesi più famosi e pure gli emergenti, nessuna tavoletta misconosciuta da scoprire e da scartare con occhi curiosi come quelli di Charlie Bucket prima di vincere il biglietto per “La Fabbrica di Cioccolato” di Willy Wonka.
DEGUSTAZIONI E LABORATORI
Ovviamente non possono mancare le degustazioni, come quelle tra caffè e cioccolato guidate dagli esperti di Nespresso. A fare da Ciceroni anche Domori, Caffarell e Pernigotti. Un po’ di pubblicità in più non fa mai male.
Con la differenza che a CioccolaTO l’aspetto patinato emerge, come entrare in un gigantesco negozio all’aperto, nell’aria molto più che frizzantina di novembre.
Per fortuna ci sono anche Conpait, la Confederazione Pasticceri Italiani, che organizza buona parte dei Laboratori Masterchoc in cui imparare come preparare cioccolatini e torte all’italiana (alcune, ahinoi, ricoperte della tipica patina cake design) e Libera Piemonte che ha presentato il cioccolato e il torrone della legalità, contro le mafie.
Sempre merito loro, e di Slow Food ça va sans dire, le numerose attività didattiche per le scuole, come quella che insegna a distinguere tra un cioccolato artigianale e uno industriale.
APPUNTAMENTI E INCONTRI
Immancabili, tutti i giorni alle 18, gli incontri di “Cioccolata con l’Autore”, dove verranno presentati romanzi e saggi in cui fa capolino il cioccolato.
Per gli autori c’è stata, tra gli altri, Margherita Oggero che ha presentato il suo ultimo romanzo “La ragazza di fronte”, mentre il Gambero Rosso con la sua Guida Bar d’Italia 2016 interverrà sabato 28.
Per la cioccolata calda offerta in tazza, invece occorrerà indirizzare un grazie a Eraclea.
Imperdibile, sempre sabato 28, il Gianduiotto Day, giornata a scopo benefico dedicata al cioccolatino simbolo della città e del Piemonte, durante la quale i migliori produttori daranno la possibilità di collezionare cartigli originali e di degustare i loro prodotti.
Il ricavato verrà devoluto per l’adozione a distanza di bambini nei paesi produttori di cacao.
In occasione del Gianduiotto Day verrà anche consegnato il Gianduiotto Award, il riconoscimento assegnato dalla Città di Torino, a un produttore locale distintosi per la valorizzazione della tradizione cioccolatiera torinese.
E fin qui, per chi conosce la manifestazione, nulla di nuovo sotto il sole; o meglio, sotto gli stand.
Già ci sembra di vedere la fila per il kebab al cioccolato (sigh, c’è pure quello), o gli artigiani che scolpiscono conigli in blocchi di cacao amaro, così come la limousine d’epoca di Caffarel fotografata da tutti e l’inverosimile attesa per avvicinarsi a qualunque degustazione o assaggio gratuito.
Una novità, però, c’è, è la presentazione del “Premio Gelato Giovani” che dopo sei edizioni diventa nazionale.
A fare da padrino nientedimeno che il maestro del gelato artigiano Alberto Marchetti (già in vetta alla nostra fantasmagorica classifica delle meglio gelaterie d’Italia nel 2013) che sabato alle 16 terrà una dimostrazione affiancato dai ragazzi degli alberghieri piemontesi.
Per un altro appuntamento interessante però arrivate tardi: “La disfida del Bònet”, tipico dolce al cucchiaio piemontese a base di cacao e amaretti, organizzata da Slow Food, ha visto sfidarsi i migliori chef e pasticceri piemontesi.
Ha sbaragliato gli avversari la trattoria Le Ramin-E del torinesissimo quartiere di Borgo San Paolo.
PASSEGGIANDO SOTTO LA MOLE
In piazza troverete Spalm Beach, che dovrebbe ispirarsi alla Paris Plage del lungo Senna parigino, dove rilassarsi su comode sdraio assaggiando la crema spalmabile Pernigotti mentre il gelo torinese vi arrossa le guance.
Non proprio come a Parigi, insomma, ma non fa nulla.
Potrete sempre proseguire dirigendovi alla scoperta della città a piedi, sul bus panoramico o sul gusto-tram.
Oppure, consiglio spassionato, alla volta del mercato di Porta Palazzo e di Piazza Borgo Dora, dove troverete il Turin Eye, mongolfiera che se non c’è nebbia vi mostrerà tutta la città dall’alto con tanto di cioccolata per tirar su il morale, oltre che i tacchi.
Splendida la vista, mettete una sciarpa.
Quindi, riassumendo. CioccolaTò non si può perdere: almeno la prima, la seconda e la terza volta. Non si può perdere perché i maggiori protagonisti del cioccolato italiano ci sono tutti e perché il cioccolato è sempre cioccolato e con il freddo di novembre non si riesce a resistere.
Per gli habitué, tuttavia, resta la manifestazione che è sempre stata: vetrina per i maggiori produttori, spot pubblicitario per i colossi che possono permettersi di distribuire “panem et cioccolato”, occasione mancata di far conoscere i più piccoli, misconosciuti eppure validi artigiani del cacao.
Una kermesse che si ripete con successo e che porta avanti con orgoglio l’inaugurata tradizione. Il coraggio d’innovare, però, sembra che manchi un poco.
A CENA DAL CONSORZIO
A proposito di tradizione piemontese, se per caso decideste di fermarvi nel capoluogo piemontese non mancate di sostare da “Il consorzio”, ristorante che della tradizione come si deve ne ha fatto lustro e vanto, partendo da materie prime che sono una certezza, presidi Slow Food e vini biologici e biodinamici.
Ci sono il tris di carne cruda battuta al coltello e l’insuperabile e tenerissimo brasato di fassone al Ruchè, ma c’è anche l’uovo croccante su biete, fonduta di cheddar e pancetta che è quanto più si avvicina alla mia idea di Paradiso in terra e che innova senza scomporre il menù della tradizione; c’è l’agnolotto gobbo ma ci sono anche i plin di ortiche con burro alle acciughe e timo, delicati, morbidi e decisi quanto basta.
L’ambiente è informale e piacevole, il personale più che preparato, la sala elegante al punto giusto senza mettere a disagio, il conto per una cena di due portate, vino e dessert si attesta sui 40 euro.
A dimostrazione che in Piemonte la tradizione c’è, va rispettata, ma si può anche cambiare formula di tanto in tanto senza che i numi tutelari si scompongano. Anzi, siamo certi che l’irriverente maschera Gianduja approverebbe.
[Crediti | CioccolaTò, Expo, Federico Gottero, Alberto Marchetti. Immagini: The living news, Sciamaninviaggi, Tecaweb, Nutrito magazine, I viaggi di alice, Orologio residence, Retro online, Bdtorino, Lorenzo Vinci]