La popolazione di cinghiali selvatici in Italia è di circa 2,3 milioni di esemplari – un maxi branco che con sempre più insistenza ha preso a invadere le città e perfino le stesse spiagge in cerca di cibo. Potrebbe essere interessante notare che, secondo la lettura proposta dalla Coldiretti, queste “migrazioni” potrebbero essere determinate dalla stessa siccità che sta minacciando l’agricoltura: con le precipitazioni praticamente dimezzate e i torrenti asciutti, infatti, i cinghiali sarebbero portati a spostarsi verso i centri urbani per trovare l’acqua di cui dissetarsi.
Importante notare, per di più, che il basso livello dei corsi d’acqua permette agli animali di attraversarli senza alcun problema: il risultato è che i branchi sono di fatto liberi di scorrazzare per le campagne e giungere fino alle città. In questo contesto la Coldiretti ha stretto un’alleanza con il Comitato Nazionale Caccia e Natura: dalla loro intesa nasce infatti l’Associazione Agrivenatoria Biodiversitalia, una rete di migliaia di aziende per il monitoraggio e la gestione del territorio nazionale con l’obiettivo di rappresentare un argine alla proliferazione incontrollata della fauna selvatica. Occorre infatti ricordare che, oltre ai chiari danni economici all’agricoltura e al pericolo per i cittadini, i cinghiali sono il principale vettore della peste suina africana, che di fatto continua a dilagare in Piemonte, Liguria e Lazio minacciando di insediarsi negli allevamenti – un’eventualità che provocherebbe danni economici incalcolabili.
“Siamo convinti che oggi ci sia un vuoto di rappresentanza nel rapporto tra aziende agrivenatorie, il mondo agricolo e quello delle istituzioni che deve essere colmata da un soggetto come Coldiretti, che sappia dare assistenza e valore aggiunto ad un settore strategico per il Paese” ha commentato Maurizio Zipponi, Presidente CNCN. “Credo nell’importanza strategica di questa nuova associazione, che potrà essere di grande utilità all’intero comparto venatorio: l’alleanza con CNCN, inoltre, sarà fondamentale per affrontare le numerose sfide che a vario titolo minacciano un settore di fondamentale importanza per il Made in Italy che, dalle stalle alla tavola, occupa 100mila persone e genera economia per il Paese”.